I due mesi dell’Italia Under 21 che meritano una serie TV
Se fossimo in California, o almeno in Oregon, i due mesi della Nazionale Under 21 tra settembre e novembre 2020 sarebbero diventati un film, uno di quei film per la televisione che poi ci piacciono tanto. Tutto ha giocato contro la qualificazione degli uomini di Nicolato alla seconda fase degli Europei, eppure alla fine, fra difficoltà quasi impossibili da superare, ce l’abbiamo fatta. L'ultima partita di qualificazione contro la Svezia si è rivelata così solo la ciliegina sulla torta.
Tutto inizia l’8 settembre 2020. Andiamo a giocare proprio contro la Svezia a Kalmar e Nicolato il giorno prima lancia un grido d’allarme. “Buona parte dei miei calciatori – dice – due giorni fa erano sotto l’ombrellone, mentre gli svedesi giocano già da due mesi”. Sappiamo tutti com’è andata con il nostro campionato post-lockdown, la Serie A in campo fino al 2 agosto, mentre in Svezia tutto è andato più o meno secondo i tempi del loro calcio. La paura di Nicolato si tramuta in un disastroso 3-0 che mette a rischio la qualificazione.
C’è da rimettersi in riga nella trasferta più insidiosa, quella in Islanda del 9 ottobre. L’Islanda in casa non ha mai perso. Partiamo impauriti anche dalla positività di Alessandro Bastoni che non si muove da Tirrenia. Arrivati all’aeroporto di Reykjavík, scoppia la bomba: sono positivi anche Matteo Gabbia, Alessandro Plizzari, Marco Carnesecchi e un membro dello staff. Per fortuna l’UEFA decide di spostare la gara e noi torniamo in Italia. Ma quel gruppo non può scendere in campo il martedì successivo contro la squadra migliore del nostro gruppo, l’Irlanda, perché devono andare tutti in isolamento fiduciario. E così a Pisa, nella partita decisiva per la nostra qualificazione, deve giocare l’Under 20 di Alberto Bollini, a cui poter aggiungere solo Cutrone, Ricci, Sottil e Tonali che in precedenza avevano già contratto il Covid.
È la partita decisiva per chi ha bisogno, come noi, di confrontarsi ai massimi livelli in ambito giovanile. All’Arena Garibaldi giochiamo con una squadra completamente nuova, con gente come Pirola del 2002 eppure riusciamo a vincere con gol di Sottil e Cutrone. È un’impresa, magari piccola, ma sempre di impresa si tratta. Qualcuno dirà, finisce qui? E no, di serie tv stiamo parlando, per cui la vicenda continua.
Il mese successivo in una settimana dobbiamo giocare tre partite che decideranno la qualificazione. La FIGC ha una grande intuizione, dividendo i 58 convocati in due blocchi, che lavorano entrambi a Tirrenia ma in luoghi separati, così nel caso ci fosse uno scoppio di contagi come a ottobre, sarebbe pronto un altro gruppo di giocatori. Per fare questo però dobbiamo scindere i titolari, affinché non ci sia troppa disparità fra i blocchi. Da una parte ci sono Scamacca, Sottil e Gabbia, dall’altra Ranieri, Tripaldelli, Colpani. Ci giochiamo la qualificazione comunque non con la migliore squadra possibile. Si torna in Islanda per il recupero e si gioca nel gelo del Víkingsvöllur di Reykjavík. Nel frattempo altri calciatori del gruppo A hanno avuto problemi e dal gruppo B sono stati richiamati altri calciatori. Uno di questi è Tommaso Pobega, che gioca per la prima volta in assoluto con l’Under 21. Sarà lui a segnare la doppietta decisiva che ci avvicina alla fase finale.
L'episodio finale della serie è la larga vittoria contro il Lussemburgo che ci ha dato la certezza matematica del passaggio del turno. In tutto questo l’Under 21 ha cambiato profondamente pelle e ha svolto il ruolo essenziale per cui è chiamata ad esistere, ovvero quello di offrire calciatori per la Nazionale maggiore.
Nella prima partita di questo biennio, il 10 settembre 2019 a Castel di Sangro contro il Lussemburgo, in squadra c’erano Locatelli, Bastoni, Kean, Zaniolo. Con tutti loro Nicolato è stato chiaro, avremmo potuto vincere gli Europei. Ma è molto probabile che questi quattro (si spera in Zaniolo) debbano giocare un altro Europeo, quello contro le corazzate Spagna, Inghilterra, Francia, Belgio e Portogallo.
Ma Nicolato non dispera. Dopo quello che questa Nazionale ha passato, tutto sembra più facile. Anche giocare con calciatori di 4-5 anni più giovani degli altri. L’Under 21 di oggi ha la scorza dura. Che dici Netflix, la facciamo questa serie tv?