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Gli svincolati di lusso, il peso dell’Arabia e il calciomercato della Serie A: l’analisi dell’agente FIFA Katia D’Avanzo

A Fanpage.it l’avvocata Katia D’Avanzo, agente FIFA, ha analizzato il mercato estivo 2024 della Serie A e ha parlato delle situazioni degli svincolati di lusso e di come è cambiato il modo di operare dell’Arabia Saudita.
A cura di Vito Lamorte
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Foto dal profilo Instagram di Katia D'Avanzo.
Foto dal profilo Instagram di Katia D'Avanzo.

Il mercato fa sognare i tifosi e accende le passioni in vista della nuova stagione. Con la chiusura della campagna trasferimenti dell'estate 2024 finalmente ci si potrà concentrare solo sul campo.

Ma che sessione di calciomercato è stata? L'ha analizzata per Fanpage.it l'avvocata Katia D'Avanzo, agente di calciatori FIGC-FIFA dal marzo 2007.

Che mercato è stato quello dell’estate 2024 per le squadre italiane.
“È stato sicuramente un mercato diverso rispetto agli anni precedenti, perché anche dalle classifiche che ha stilato la FIFA, l’Italia rientra tra le prime top 10 delle federazioni che hanno speso di più nel calciomercato. Chiaro che il calciomercato in Italia è per fortuna un settore dove c'è molta competitività: l'Italia in base ad un rapporto FIFA è seconda solo all’Inghilterra, dove sono stati spesi 1,53 miliardi, mentre da noi ci attestiamo sui 746 milioni. Da tenere in considerazione anche il fatto che molti club stanno lavorando molto per la sostenibilità dei bilanci…”

Juventus regina del mercato?
"La Juventus ha speso quasi 200 milioni ma cerca di far quadrare il bilancio, se non ho capito male la strategia, abbassando il monte ingaggi. Il tetto che è stato dato da Elkann è di 100 milioni all’anno, quindi abbattendo i vecchi stipendi dei giocatori e puntando a un limite di 6 milioni per i nuovi, è chiaro che si possa rientrare".

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Quali sono le altre squadre che si sono fatte notare.
"Sicuramente l’Atalanta si è mossa bene e non nomino l’Inter, che definirei la regista del calciomercato: in tanti stanno copiando il loro modo di gestire il mercato e le sessioni di trasferimenti provando sempre ad essere in equilibrio tra uscite ed entrate. La Dea in qualche caso si è mossa velocemente e poi ha ceduto un giocatore, alla Juventus, che gli ha permesso di bilanciare con le spese fatte. A differenza proprio della Juve, dove alcuni acquisti vengono messi a bilancio negli anni successivi, spalmando le spese, ma nel frattempo rinnovano la squadra per poter restare competitivi; a Bergamo continuano ad operare in maniera diversa valorizzando anche dei giovani per puntare ad avere un bilancio subito positivo. Poi ci sono diverse situazioni sia a livello di club che di normative, come quando si è parlato durante la sessione delle regole che vorrebbe imporre il governo. Sono tutte tematiche importanti e rilevanti".

Proprio a questo tipo di sconfinamento da parte delle istituzioni governative ci sono stati anche degli interventi da parte di FIFA e UEFA, che vorrebbero avere sempre una certa autonomia. Come è stata vista questa cosa?
"Io capisco la difficoltà nel momento in cui ci sono delle normative nuove rispetto al passato però sia UEFA che FIFA fissano dei paletti e delle direttive, con controlli che metteranno sotto la lente di ingrandimento gli spostamenti tra i giocatori. È chiaro che la reazione è quella di non voler accettare la nuova normativa, ma il calcio è in continua evoluzione. Molto probabilmente si vuole rendere il sistema calcio più sostenibile così come è stato fatto in Premier League da anni, ma da noi pure vedendo certi numeri nella vendita dei giocatori questi non bastano per rendere i bilanci più sostenibili. Non ci si può più basare sul mercato e basta all'interno delle società di calcio ma ci sono tanti fattori che vanno valutati per far quadrare tutto".

Foto dal profilo Instagram di Katia D'Avanzo.
Foto dal profilo Instagram di Katia D'Avanzo.

Un'altro tema di cui si è parlato molto è quello del mercato aperto durante l'inizio del campionato, con critiche molto forti come quella di Antonio Conte dopo l'ultima partita prima della sosta.
"Ci sarebbe l'idea di riformare comunque la finestra di mercato e forse ridurla, se non sbaglio, fino al 15 di agosto per poi iniziare il campionato successivamente. È una cosa giusta secondo me, perché altrimenti non si riesce a lavorare bene e a collaudare con la sessione in corso e, magari, giocatori che vanno e vengono".

Il peso dell'Arabia Saudita in quest'estate probabilmente è stato minore e il piano della Saudi Pro League non sembra essere quello mastodontico che avevamo pensato qualche mese fa: per rialzarsi pare che il governo abbia chiesto l’aiuto delle proprietà europee.
"Sono stati spesi quasi 500 milioni di euro ma il divario rispetto all'anno precedente è enorme, se pensiamo che parliamo di quasi 950 milioni di euro. Questo è dovuto al fatto che il governo ha deciso di rallentare un po' gli investimenti nel mercato per lavorare in maniera diversa sul calcio. Loro hanno una normativa che prevede un certo numero di giocatori locali in ogni rosa e hanno limitato gli acquisti per seguire un'altra strada. Poi provano sempre a prendere dei calciatori per poter portare l'attenzione sul loro torneo come il caso di Dybala. Lui ha scelto di rimanere alla Roma e questo è un segnale molto intelligente sia del calciatore, che della società. Possiamo dire che quella di Dybala è stata una scelta sentimentale rispetto ad altre? Il nostro torneo, mi permetta questa definizione, ha un valore ‘sentimentale' ed ‘emozionale' diverso rispetto agli spettacoli che ci riservano questi campionati. Quante persone si fermano a vedere le partite del torneo arabo? Poche, almeno per ora. Un calcio di solo business non appassiona nessuno mentre uno spettacolo che ti trasmette più emozione, ti può dare ancora qualcosa. Lo vedo molto freddo e ancora lontano, per fortuna, rispetto alla nostra tradizione".

Molti svincolati di lusso sono rimasti appiedati anche dopo la fine della sessione di mercato. I calciatori non si rendono conto del momento che sta vivendo il calcio o c'è altro: perché accade questo?
"Perché sono legati ancora ai loro progetti iniziali e non riescono a cambiare in corso la loro programmazione. Sta nel procuratore essere capace di imprimere nel proprio cliente, che in questo caso è il giocatore, qual è l'opzione migliore per continuare a fare il suo lavoro. Nel caso di Rabiot, ad esempio, se avesse accettato il rinnovo alle cifre proposte dalla Juve sicuramente non si sarebbe trovato in una situazione come quella prima di firmare per l'OM. Ma vale anche per le altre proposte che ha rifiutato successivamente. È un momento diverso e i club valutano bene le loro azioni sul mercato prima di affondare il colpo".

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