video suggerito
video suggerito

Gli errori dell’arbitro Abisso in Juventus-Benevento tra Var e rigori non concessi

Var e rigori macchiano la direzione di gara dell’arbitro Rosario Abisso (35 anni, di Palermo) in Juventus-Benevento. Sono due in particolari i casi da moviola che fanno discutere, il più evidente fa riferimento al penalty mancato su Chiesa. L’altro è relativo al tiro dal dischetto dato e poi tolto ai bianconeri alla on-field-review. Ecco cosa è successo e quali sono gli errori commessi da Abisso.
A cura di Maurizio De Santis
1.339 CONDIVISIONI
Immagine

Var, due rigori non concessi (uno assegnato poi revocato) e Abisso. Gli errori dell'arbitro, scanditi dai casi da moviola che caratterizzano il match di campionato, non sono un alibi che basta a spiegare la sconfitta clamorosa della Juventus, battuta in casa dal Benevento (0-1, gol di Gaich nella ripresa). Ma entrano nel corredo accessorio di orrori e di una giornata da dimenticare, che dà un brutto colpo alla classifica e all'immagine della squadra. Una delle più brutte prestazioni di sempre dei bianconeri che dicono addio (definitivamente) alla lotta scudetto e adesso rischiano anche di perdere la quarta posizione per la zona Champions.

Gli errori di Abisso sui rigori di Juventus-Benevento

Cosa ha combinato il 35enne fischietto di Palermo, Rosario Abisso, e perché le sue decisioni fanno discutere? Per quanto la Juventus non abbia puntato l'indice contro il direttore di gara per giustificare un risultato inatteso e una prova altrettanto deficitaria, non è possibile non sottolineare come l'arbitraggio di Torino presenti molte zone d'ombra. A cominciare dall'episodio più discusso: il rigore non dato per l'ostruzione fallosa da terra commessa da Foulon su Chiesa. Una decisione che fa il paio, in negativo, anche con quella del primo tempo con il penalty prima fischiato e poi annullato dopo aver rivisto l'azione al Var: anche in quel caso il protagonista è il difensore, Foulon.

Perché Abisso non ha fischiato il penalty su Chiesa

L'episodio del calcio di rigore non assegnato per fallo di Foulon su Chiesa si verifica al 70°. Guardando lo sviluppo dell'azione a velocità normale appare abbastanza netto, nonostante il calciatore del Benevento sia già a terra. Ma è proprio da terra che si muove per provare a ostruire, ostacolare, disturbare la corsa dell'avversario. L'esterno d'attacco dei bianconeri è entrato in area dal vertice sinistro rispetto alla porta dei sanniti ma viene affrontato da Foulon che – come si dice in gergo – ha perso il controllo del corpo.

Per Abisso non ci sono gli estremi per concedere il tiro dal dischetto. Perché e quale può essere stata la sua valutazione? Se ritiene che da parte di Chiesa c'è stata simulazione, ovvero che abbia cercato il contatto e accentuato la caduta, allora deve ammonirlo. Se, invece, ha ritenuto semplicemente involontario e non doloso il movimento da terra di Foulon (che pure si aiuta con la testa e con il braccio) sorge un'altra domanda: perché il Var non è intervenuto? A fare la differenza è il protocollo che lascia al direttore di gara la decisione finale su ogni singola azione: il Var può solo raccomandare una eventuale revisione all'arbitro ma se quest'ultimo ritiene di essere in controllo dell'episodio vale la sua decisione.

Immagine

L'errore di Abisso corretto dal Var sul rigore assegnato alla Juve

Il riferimento al Var si rivela decisivo anche per spiegare un altro errore commesso dall'arbitro Abisso, questa volta nel primo tempo. Sugli sviluppi di un cross di Kulusevski, il difensore del Benevento (sempre Foulon) sembra toccare la palla con il braccio ma non è così. Il direttore di gara non se ne accorge e assegna subito il calcio di rigore alla Juventus. In questo caso la raccomandazione del Var a consultare la on-field-review viene accolta dal fischietto siciliano. È un errore ancora più grave rispetto all'azione di Chiesa: considerata la sua posizione e la dinamica dell'azione (il giocatore del Benevento aveva il braccio attaccato al corpo, con movimento altrettanto congruo dell'arto a rientrare e non certo a ostruire la traiettoria) non può aver visto. Aver fischiato quel rigore è stato un errore tecnico al quale ha rimediato con la moviola in campo.

Il caso della mancata ammonizione di Montipò

Un altro caso che ha fatto discutere è stato quello della mancata ammonizione al portiere del Benevento, Montipò, per aver preso il pallone con le mani fuori dalla propria area di rigore. Cosa dice il regolamento? In soccorso arriva la regola 12 (su falli e scorrettezze) che contempla questa casistica: "Qualora un portiere dopo aver effettuato regolarmente una parata, per effetto dello slancio, esce dall’area di rigore con il pallone tra le mani, quale decisione dovrà assumere l’arbitro? Dovrà assegnare un calcio di punizione diretto".

Immagine

L'estremo difensore dei sanniti compie un'uscita bassa quasi ai limiti dell'area di rigore. Riesce ad anticipare Chiesa ma non a frenare del tutto il movimento. Ecco perché, presa la palla, finisce per carambolare al di là del perimetro. Giusto concedere il calcio di punizione, perché non ha estratto il cartellino? Ha ritenuto che quell'irregolarità non fosse dolosa considerando che l'intervento era iniziato all'interno dell'area di rigore.

1.339 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views