Gli attaccanti sono i calciatori che rischiano di più il contagio da Covid
In attesa di capire quale sarà il futuro della Serie A, il grande calcio è ripartito con la Bundesliga, primo dei top campionati a riaprire i battenti dopo l'emergenza Coronavirus. In campo non sono mancati contrasti e ammucchiate in area di rigore durante corner e barriere su calci piazzati. Situazione che inevitabilmente hanno fatto discutere. A proposito della sicurezza dei calciatori, uno studio dell'Università danese di Aarhus ha evidenziato qual è il ruolo a più alto rischio contagio da Coronavirus
Qual è il ruolo del calcio a più rischio contagio da Coronavirus
L'Aarhus University, in attesa della ripresa del massimo campionato di calcio danese che dovrebbe concretizzarsi a fine maggio, ha pubblicato i risultati di uno studio relativo ai rischi di contagio da Coronavirus in campo per valutare se sia possibile o meno portare a termine la Superliga. Secondo i ricercatori del Paese nordeuropeo, il ruolo che durante le partite è maggiormente esposto al Covid 19 è l'attaccante.
Perché gli attaccanti sono a più rischio contagio Covid
Nello studio sono stati presi in esame i dati relativi a 14 partite della SuperLiga danese, con la simulazione della presenza in campo di un calciatore positivo al Covid-19, che possa incrociarsi così con altri giocatori nel raggio di un metro e mezzo. Il tempo di esposizione per ogni protagonista della partita è di circa un minuto e mezzo, ovvero 88 secondi. Diverso invece il caso degli attaccanti per cui il tempo di esposizione sale a due minuti. Se il numero dei positivi in campo sale a due, ogni giocatore sarà esposto al virus per tre minuti, mentre con tre contagiati il tempo di esposizione diventa di 4 minuti e mezzo.
Le differenze tra calciatori dilettanti e professionisti
Secondo il National Board of Health danese si fa riferimento ad un contatto rilevante, quando il soggetto si trova a meno di due metri da una persona infetta per più di 15 minuti, motivo per cui il tempo indicato nello studio universitario non viene definito "critico". A tal proposito i calciatori dilettanti, hanno meno rischi di contagio rispetto ai professionisti, alla luce della minore velocità del gioco e del minor numero dei contrasti legato ad un ritmo inferiore.