Gli affari del fondo Elliott, dal Milan ai bond argentini
Dal 21 luglio 2018 il Milan è di proprietà del fondo americano Elliott Management Corporation di Paul Singer, e da allora vige il più stretto riserbo su chi immetta realmente i capitali nel club rossonero, dato che non si conoscono gli investitori dell'hedge fund statunitense. Ma non è solo questo ad aver alimentato il mistero dietro alla proprietà del club rossonero, gestita attraverso una serie di "scatole" dislocate tra il Lussemburgo e il Delaware. Una struttura reticolare che ha anche generato dubbi in merito alle quote possedute da Elliot, che pur non essendo formalmente di maggioranza, garantiscono al fondo di Paul Singer il controllo della capogruppo Project Redblack, società lussemburghese nella quale Elliott è presente tramite due compagnie americane (King George Investments LLC e Genio Investments LLC), insieme alla Blue Skye dei manager italiani Cerchione e D'Avanzo.
Di cosa si occupa il fondo Elliott
Il fondo Elliott nasce a New York nel 1977 per volere di Paul Singer, ma inizia ad operare come un vero e proprio hedge fund soltanto dieci anni dopo, a seguito del crollo della Borsa del 1987. Il principale campo di investimento riguarda da sempre l'acquisizione di debiti sovrani di nazioni in default, con un occhio di riguardo verso Africa e Sudamerica, ma anche nella ristrutturazione di società in crisi. In questo senso rientra anche l'operazione Milan, data la situazione del club rossonero. Inoltre Elliott Management Corporation ha sedi dislocate nel Regno Unito, in Giappone e a Hong Kong, con varie controllate (delle vere e proprie filiali) sparse tra il Delaware, Londra e le Isole Cayman. In totale, gestisce asset per un patrimonio complessivo pari a 37,7 miliardi di dollari, ovvero circa 31,7 miliardi di euro. Tra le operazioni più note, sicuramente va menzionato l'acquisizione di bond argentini, per i quali Elliott ha incassato 2,3 miliardi di dollari come risarcimento. Stessa cosa accaduta in Congo (127 milioni di dollari) e in Perù (58 milioni di dollari). In seguito, l'attività del fondo si è concentrata sulle ristrutturazioni societarie e su altri investimenti. L'ultimo di questi, riguarda il social network Twitter, del quale possiede azioni per il valore di oltre un miliardo di dollari.
L'ingresso di Elliott nel Milan
Il Milan entra nell'orbita di Elliott Management Corporation nell'aprile 2017. In quel periodo, infatti, Silvio Berlusconi ufficializzò la cessione del club rossonero all'imprenditore cinese Yonghong Li, che per completare l'operazione di acquisto della società si è avvalso di un prestito da parte di Elliott per 303 milioni di euro, mettendo in pegno le quote di Rossoneri Sport Investment Luxembourg, la holding creata per controllare il 99,93% delle quote milaniste. Al mancato rimborso del prestito, nel luglio 2018, il fondo americano ha escusso il proprio pegno, rilevando così la controllante dei rossoneri e divenendo di fatto il proprietario del Milan. Come presidente è stato nominato Paolo Scaroni, già in passato amministratore delegato di Enel ed Eni, ma anche consigliere di amministrazione di Assicurazioni Generali, Veolia Enviorment e vicepresidente di Rotschild & Co. Italia. In ambito calcistico, è stato presidente del Vicenza Calcio dal 1997 al 1999. Dal febbraio 2019 è anche socio dell'LR Vicenza, società nata dalle ceneri del vecchio club vicentino.
Elliott Management Corporation, di fatto, si è trovato a diventare proprietario del Milan dopo il naufragio della gestione di Yonghong Li. Una delle prime grane da risolvere ha visto il club rossonero in conflitto con la Uefa per il mancato rispetto dei parametri previsti dal fair play finanziario. Nel giugno 2019, il Milan ha sottoscritto un accordo di accettazione volontaria dell'esclusione di un anno dalle competizioni europee, impegnandosi ad intraprendere un «percorso di ritorno al pieno rispetto delle regole» dato che «la proprietà precedente si era resa inadempiente ai debiti». Sotto il controllo del fondo creato da Paul Singer, il Milan torna in Europa nella stagione 2020/21, qualificandosi alla fase a gironi di Europa League dopo aver superato due turni preliminari.
Elliott, il Milan e le altre operazioni calcistiche
A seguito delle inchieste giornalistiche svolte in merito all'impegno di Elliott nel Milan, un portavoce del fondo ha ribadito come lo stesso hedge fund sia proprietario del club.
"Elliott Associates, LP ed Elliot International, LP, hanno congiuntamente il completo controllo della holding a cui fa capo AC Milan. Elliott detiene il 96% del Club, mentre la restante quota è di pertinenza dei nostri partner. Elliott è pienamente impegnata a riportare il Milan ai vertici del calcio europeo, facendo leva sui principi di stabilità finanziaria e corretta supervisione, ora già saldamente in atto. Elliott ha finanziato il percorso di rilancio di AC Milan negli ultimi anni, con oltre 600 milioni di euro investiti nel club. Elliott si è inoltre impegnata a partecipare a un investimento privato di 1,2 miliardi di euro per la costruzione di un nuovo stadio all’avanguardia per la città di Milano e di un innovativo distretto multifunzionale, che insieme contribuiranno alla continua trasformazione di AC Milan, offrendo non solo un punto di riferimento iconico alla città ma anche un progetto di eccellenza per il calcio italiano".
Non è solo in Italia, però, che Elliott investe sul calcio. Anche in Francia, infatti, il fondo proprietario del Milan ha acquisito nel giugno 2017 lo 0,2% di Lux Royalty, holding lussemburghese che fa parte del giro di "scatole" in controllo del Lille. Nonostante la quota decisamente minoritaria, il finanziamento da parte del fondo è notevole. Stando a quanto riportato dall'Agence France-Presse nel marzo 2019, Elliott avrebbe messo 117 milioni di euro, da sommare ai 25 milioni dell'affarista Gerard Lopez. Di fatto, però, l'hedge fund di Gordon Singer ha in pugno il club francese, avendo sottoscritto un pegno di azioni e crediti con la capogruppo Victory Soccer Limited, che detiene le quote di Lux Royalty e, di conseguenza, del Lille. Uno schema simile a quello adoperato col Milan, che è finito sotto il suo controllo proprio come escussione di un pegno.