Giuseppe Catalano ricorda Totò Schillaci: “Ha lottato, ma aveva capito tutto. Era un generoso”
Giuseppe Catalano ricorda Totò Schillaci ai microfoni di Fanpage.it: compagno di squadra al Messina e amico di una vita, il calciatore di Potenza ha raccontato l’uomo che ha fatto innamorare per un’estate l’Italia intera con i suoi gol e i suoi occhi spiritati ad ogni pallone che gli passava davanti.
Schillaci è morto il 18 settembre 2024, all'età di 59 anni, a causa di un tumore al colon ma rimarrà per sempre nella memoria di tutti gli amanti del calcio, italiani e non (come dimostra il bellissimo omaggio che gli ha fatto il Real Madrid). L’eroe delle ‘Notti Magiche’ di Italia 90 verrà ricordato prima del match di Nations League tra Italia e Belgio allo Stadio Olimpico di Roma: sarà proiettato un video che ripercorrerà i momenti salienti della sua carriera e al centro del campo ci sarà la scritta illuminata ’19, Schillaci’.
Chi era Totò Schillaci per Giuseppe Catalano?
“Totò era un fratello per me, per me se n’è andato un fratello. Lui era un generoso, si concedeva a tutti. È l’emblema del calcio di sacrificio perché con la volontà è riuscito a vincere tutto. Lui diceva sempre ‘Io pensavo di ottenere qualcosa da calcio ma a me il calcio ha dato tutto’ e io aggiungo che ha meritato tutto quello che ha ottenuto per i sacrifici che ha fatto. Per la gavetta che ha fatto e per tutto ciò che è stato. Lui ha giocato nella Juventus, nell’Inter, ha fatto il capocannoniere ad Italia ’90 ma è rimasto uguale a quando giocava con me a Messina. Non è cambiato di una virgola, genuino, buono con tutti. Non c’era posto in cui lui non andava: inaugurazioni di club, scuole calcio, eventi… lui andava. A volte io gli dicevo pure ‘Totò, ma fermati un attimo’ e lui niente. Era davvero un generoso. Aveva un animo buono”.
Voi amici come avete preso la notizia della scomparsa di Totò.
"Noi amici più vicini lo sapevamo che stava male e non è stato una notizia improvvisa. Doveva venire con noi a giugno a Lipari a ricordare Franco Scoglio in una manifestazione ma lui non partecipò perché non stava bene. Mi chiamò e disse di scusarsi con tutti perché non sarebbe venuto".
Lui era cosciente della sua situazione?
"Ha cercato di lottare ma aveva capito tutto. Sentendo anche la moglie e parlando col fratello, tutti mi dicevano che le cose non andavano bene. È stato un colpo durissimo. Uno dei giorni più tristi della mia vita. Ricordo quando mi ha chiamato Mancuso per dirmelo ed è stato davvero terribile a livello personale. Totò merita di essere ricordato sempre per quello che era lui e per quello che ha fatto. Ma temo che accadrà con Paolo Rossi…".
Si spieghi meglio…
"Hai visto a Madrid cosa hanno fatto? Qualcosa di straordinario. Così si omaggiano le persone, non come spesso accade da noi. Purtroppo dopo un po’ ci si dimentica di tutto e di tutti. Con Paolo Rossi è accaduto lo stesso, almeno a me sembra così. Mi piacerebbe che ci fosse un torneo ogni estate con le squadre in cui lui ha giocato per ricordarlo. Sarebbe davvero bello".
Come lo ricorda lei, personalmente, Totò Schillaci.
"Io gli dicevo sempre ‘Totò, ma com’è possibile che tu sei sempre al posto giusto’ e lui mi rispondeva ridendo ‘È la palla che che viene da me, Peppe. Io non faccio niente’. Poi ho un ricordo bellissimo di Totò e di Scoglio durante gli allenamenti a Messina mentre provavamo gli schemi. Scoglio prima di iniziare gli diceva ‘Totò tu vatti a fare la doccia, sei tutto istinto è inutile che stai qua’. E li tutti a ridere. Totò era fortissimo, uno degli attaccanti italiani più forti di sempre. Per me era come un fratello".