Giuntoli spiega un acquisto flop con un esempio stucchevole: “Una fidanzata che non cucina, lava, stira”
Il pubblico in sala sorride, la giornalista che gli ha fatto la domanda anche. Eppure le affermazioni fatte dal direttore sportivo della Juventus, Cristiano Giuntoli, lasciano interdetti. Ha utilizzato un esempio molto discutibile per spiegare come possa definirsi sbagliato un acquisto di mercato. Tutto inizia da quel "Quando prendi un giocatore è come una fidanzata", quel che viene dopo è una battuta che suscita ilarità ma ha un retrogusto amaro.
Il dirigente bianconero, reduce dalla lunga esperienza al Napoli culminata con la conquista dello scudetto, lo fa col sorriso sulle labbra e con la leggerezza di chi, forse, non immagina quali possano essere le conseguenze. In Italia può anche permetterselo. Si fosse espresso in quel modo in Spagna, alla luce della sensibilità verso determinate tematiche (più ancora, per quanto è accaduto per il caso Rubiales e per la presa di posizione molto decisa da parte delle giocatrici della nazionale), le reazioni e gli strascichi sarebbero stati di ben altro tenore.
La vicenda in questione è un passaggio dell'intervento avvenuto nel corso dello Festival dello Sport di Trento. Gli argomenti toccati sono stati tanti, compreso un riferimento all'attualità per il caso delle scommesse che ha travolto anche un calciatore della Juve (Fagioli): "Siamo molto dispiaciuti, ma dobbiamo punirlo oltre a pensare a un modo per rieducare l'intero sistema". Ma quello relativo al modo in cui opera, fiuta il talento di un calciatore, ne studia le caratteristiche prima di avviare le trattative e affondare il colpo nasconde la più classica buccia di banana sulla quale scivola.
"Quando scelgo un giocatore – dice Giuntoli – in genere mi piace parlarci. Vedo da quale famiglia proviene, qual è stato il percorso di vita che ha fatto precedentemente. Per sbagliare meno si devono prendere tante informazioni che vanno incrociate con quel che si nota anche in video". E fa riferimento a quel sesto senso che aiuta a capire se la scelta può essere quella giusta. "Prima vado sulle emozioni del privato e poi sugli algoritmi".
Ogni tanto, però, gli è capitato di sbagliare, di prendere un granchio perché un acquisto si rivela sbagliato. Non necessariamente un flop, ma il tipo di calciatore che è stato preso per un'errata valutazione oppure perché, per circostanze differenti, si rivela inadatto e palesa un rendimento al di sotto delle aspettative. La frase che sceglie è stucchevole.
"Quando prendi un giocatore è come una fidanzata – aggiunge il ds bianconero -. Pensi sia quella giusta, la porti a cena ma poi capisci strada facendo, quando te la metti in casa, che non va bene, che non fa da mangiare, non lava, non stira".