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Giroud trascina il Milan e si schiera con Pioli: “Quando era nella tempesta gli ho parlato”

In una lunga intervista Guroud ha raccontato la stagione vissuta con i rossoneri: “Ibrahimovic mi parla, vuole che io prenda parola. A Pioli ho detto ‘Ci sono passato anch’io'”
A cura di Ada Cotugno
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A 38 anni Olivier Giroud è ancora il motore del Milan: corre come un ragazzino, segna gol pesante e si diverte a mandare in porta i suoi compagni. Il tempo non sembra essere passato per lui che è indiscutibilmente leader di questa squadra sotto tutti i punti di vista, in campo ma anche negli spogliatoi. Il francese ha cambiato il percorso dei rossoneri e in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport ha raccontato queste stagioni trascorse all'ombra della Madonnina.

Il primo punto focale è il rapporto con Stefano Pioli. L'allenatore è stato tanto messo in discussione in questa stagione, una situazione che a Guroud ha ricordato tanto il suo passato. Tra Arsenal e Chelsea non è mai stato protagonista ma sempre comprimario. Al Milan si è preso la scena, senza mai dimenticare tutto ciò che è stato: "Io al Milan sto bene, ho ricevuto un’accoglienza da sogno, con Pioli e il suo staff c’è un grande rapporto. Quando era nella tempesta gli ho parlato, dandogli sempre il mio sostegno".

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E la sua storia personale si riflette anche su Pioli, da sempre sostenuto anche nelle difficoltà: "Gli ho detto: “Ci sono passato anch’io, se hai bisogno ci sono sempre”. Quando ho segnato alla Roma, ho festeggiato anche per lui. Io e il mister abbiamo una relazione di fiducia reciproca: io do sempre il massimo per lui e per la squadra e lui lo sa".

Parla come un leader e non potrebbe essere altrimenti. Anzi, come un dirigente. Nel suo futuro potrebbe esserci un ruolo simile, magari proprio come i rossoneri, ma per il momento Giroud vuole ancora divertirsi in campo dove cerca di dare una mano a tutti i suoi compagni. Uno di questi è Leao: "Ci sono molte aspettative su di lui. Rafa sa che deve essere ancora più esigente con sé stesso, conosce il suo valore. Da compagno, posso dire che uno come lui è decisivo anche quando non segna: in una squadra contano aspetti che magari non balzano subito agli occhi. Noi sappiamo che Rafa può fare di più e lo sosteniamo: può salire a un livello altissimo. Gli serve continuità. E qualche gol in più, certo".

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Ma anche un giocatore come il francese ha bisogno della sua guida. Da poche settimane il Milan ha riaccolto Ibrahimovic che fa da collante tra la società e i giocatori. Lo svedese è sempre presente, incoraggia tutti e regala consigli preziosi anche a Giroud: "Ibrahimovic è il link tra RedBird e la squadra, ci connette con la proprietà senza sovrapporsi al lavoro di Pioli. È qui per aiutare, soprattutto sull’approccio mentale e le motivazioni. Parla con noi e ci aiuta. Dice: “Se vincete voi, vinco anche io”. Dà consigli? Certo. Mi incoraggia sempre, mi parla prima e durante le partite, all’intervallo. Vuole che io prenda la parola, che aiuti i miei compagni: Zlatan sa che questo è un gruppo giovane che ha bisogno di esperienza, di giocatori che parlino e diano l’esempio. Mi vuole più leader".

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