Giovanni Lodetti è morto a 81 anni: aveva vinto tutto con il Milan negli anni 60
Il mondo del calcio è in lutto per la scomparsa di Giovanni Lodetti, morto nel pomeriggio di venerdì 22 settembre. Centrocampista classe 1942 lo scorso 10 agosto aveva compiuto 81 anni. Con il Milan negli anni 60 aveva vinto tutto ciò che era possibile conquistare: 2 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, una Coppa Intercontinentale e una Coppa Italia. Si era distinto anche con la maglia della nazionale italiana con cui ha conquistato l'Europeo nel 1968.
Il "basleta" (simpaticamente soprannominato così per il mento pronunciato) o più semplicemente il "Ceramica" (perché una volta appese le scarpe al chiodo, continuava a giocare tra amici sfidando i più giovani). Così il mondo del calcio ricorda Giovanni Lodetti, mediano di cuore e carattere che ha caratterizzato un'epoca del calcio italiano soprattutto con la maglia del Milan, il suo grande amore sportivo vissuto per nove lunghi, vincenti anni, dal 1961 al 1970. Per poi vestire i colori doriani, del Foggia e del Novara prima di dire addio al calcio giocato nel '78, a 36 anni.
Lodetti unì il suo nome indelebilmente anche alla Nazionale italiana di cui fece tutta la trafila giovanile in Under 21, giocando 5 partite – e segnando due gol – per poi approdare in quella maggiore dove ha totalizzato 17 presenze, con 2 reti all'attivo e vincendo soprattutto l'Europeo 1968, dove giocò la gara inaugurale contro la Jugoslavia. Accarezzò anche il sogno mondiale, quando venne inizialmente inserito nei convocati di Valcareggi per Messico 70, per poi essere "tagliato" con il ct che aveva convocato un giocatore in più rispetto ai 23 previsti.
Ma la fama e la gloria di Lodetti è legata a triplo filo con il mondo rossonero del Milan con cui ha conquistato prima l'Italia e poi il Mondo. 2 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, una Coppa Intercontinentale e una Coppa Italia, il palmares, diventando il fido scudiero della mediana, insieme al Trap, della formazione in cui brillava Gianni Rivera. In nove stagioni con i rossoneri disputò complessivamente 288 partite segnando 26 gol.
Ma l'amore per il pallone, che cambiò la vita a lui che, figlio di falegname e già quattordicenne operaio meccanico, non si fermò di certo una volta finita la carriera in campo. Restò legato al suo mondo sia lavorando ancora con il Milan sia prestandosi come opinionista e commentatore sportivo, sempre in salsa rossonera, ma con il proverbiale sguardo aperto di chi sapeva di calcio e insegnava a capirlo. E' stato amato opinionista nel programma "Studio Milan" sul canale ufficiale del club, poi si è dedicato ad altre trasmissioni e Tv, come "Il Campionato dei Campioni", che a inizio 2000 venne programmato su Odeon TV, oltre ad essere un punto di riferimento nelle trasmissioni sportive su altre televisioni e radio (Italia 7Gold e Radio MilanInter), a carattere sportivo spesso in straordinari e indimenticati duetti con un suo grandissimo amico, altro mito del calcio italiano e milanese: il compianto Mauro Bellugi.