Gioielleria e orologi, come funzionava il sistema con cui i calciatori pagavano le scommesse perse

L'inchiesta della Guardia di Finanza ha creato un scossone nel mondo del calcio: il GIP ha emesso un sequestro preventivo per oltre 1,5 milioni di euro nell’ambito di un’inchiesta per esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio e responsabilità amministrativa degli enti dove sono spuntati anche i nomi di una dozzina di calciatori della Serie A nel registro degli indagati. Tutti agivano secondo un sistema collaudato da un gruppo attivo nell'area milanese responsabile dell'organizzazione illegale di scommesse.
Al centro c'era una gioielleria milanese, ELYSIUM GROUP S.r.l., una sorta di banca che gestiva il traffico delle scommesse tramite la finta vendita di orologi e monili di lusso: la merce acquistata non veniva consegnata, ma diventava soltanto la causale per il bonifico emesso dai calciatori scommettitori, che dovevano saldare il proprio debito dopo aver perso. Un sistema perfettamente tracciato, con i bonifici che sono finiti all'interno degli atti dell'ufficio del Giudice per le indagini preliminari.
Come funzionava il sistema delle scommesse illegali
Un mare di soldi sequestrati, 12 giocatori professionisti indagati (tra cui anche Tonali e Fagioli che hanno già subìto sanzioni sul lato sportivo) e un sistema che sembrava apparentemente privo di falle. I fatti si sono svolti tra dicembre 2021 e ottobre 2023, periodo in cui gli indagati erano entrati nel giro delle scommesse illegali: non "vendevano" le partite alterando i risultati, ma scommettevano anche su altre discipline per cercare di trarne profitto con sistemi che non erano legali.
Secondo gli inquirenti i giocatori si sarebbero fatti aiutare dai tre amministratori di una gioielleria milanese che è al centro di tutto. Tramite l'attività regolavano i conti delle scommesse senza dare nell'occhio, con bonifici perfettamente tracciabili che all'apparenza segnalavano gli acquisti di orologi Rolex e altri gioielli di lusso. In realtà, come è emerso dalle carte, i giocatori ricevevano credito dagli amministratori, accrescevano il proprio debito, e poi simulavano l'acquisto di gioielli dalla gioielleria Elysium per coprire i debiti contratti ricevendo anche regolare fattura, con i beni che in realtà restavano in negozio.

I giocatori pagavano tutto con i bonifici bancari
Tutte le operazioni erano perfettamente tracciabili e compaiono nelle carte dell'inchiesta. Ci sono le transazioni dei 12 indagati, ossia Florenzi, Zaniolo, Perin, McKennie, Paredes, Di Maria, Bellanova, Ricci, Buonaiuto, Cancellieri, Firpo e il tennista Matteo Gigante, emesse per coprire i debiti contratti per le scommesse illegali. Ma all'interno dell'inchiesta compaiono anche altri nomi di calciatori che non sono iscritti nel registro degli indagati, ma che avrebbero contribuito al sistema emettendo bonifici a favore degli amministratori della gioielleria. Questi ultimi non avrebbero partecipato al sistema delle scommesse illegali, ma avrebbero soltanto aiutato gli amici a ripagare i loro debiti emettendo bonifici.
Due capi di imputazione per Tonali e Fagioli
L'ex Milan e l'ex Juve sono stati gli unici due calciatori a essere squalificati per il caso scommesse. La questione sembrava archiviata ed entrambi sono tornati regolarmente in campo ma i loro nomi compaiono ancora nell'inchiesta. Oltre a essere indagati per le scommesse illegali, Tonali e Fagioli sono anche accusati di diffondere e pubblicizzare il sistema tra i loro conoscenti: facevano da tramite per l'apertura di nuovi conti, come si legge dalle carte, e in alcuni casi per questa loro attività venivano beneficiati dagli organizzatori delle scommesse con alcuni bonus o addirittura la decurtazione del debito.