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Giocava nel Werder Brema, ora si nasconde nella metro in Ucraina: “Arrivano i russi, devo scappare”

La vita del centrocampista turco-tedesco Abdullah Dogan è stata precipitata in un incubo da una serie assurda di colpi di sfortuna.
A cura di Paolo Fiorenza
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La decisione sbagliata nel momento sbagliato. Una scelta che in poche ore ha stravolto la vita di Abdullah Dogan, piazzandolo nel bel mezzo di una pioggia di bombe e trasformandolo in uno dei tanti disperati che cercano la salvezza rifugiandosi nella metropolitana delle città ucraine martellate dall'attacco russo. Il 24enne centrocampista turco pensava di aver svoltato, trasferendosi dalla seconda squadra del Werder Brema, che gioca nel quarto livello del calcio tedesco, al Metalist, club del massimo campionato ucraino. Ed invece è stato uno sgambetto del destino che ricorderà per sempre, se e quando riuscirà ad uscire da questo incubo.

"Volevo solo giocare a calcio, ora sono nel mezzo di una guerra", racconta alla Bild in un breve e drammatico colloquio. Dogan ha messo assieme una serie di colpi di sfortuna davvero assurdi: il giocatore turco si è recato in Ucraina per firmare il contratto col Metalist all'inizio della settimana, appena prima dell'inizio dell'attacco russo. Quando giovedì voleva tornare a Brema per problemi con i passaporti e per l'aggravarsi della situazione, era ormai troppo tardi. Il suo nuovo club – sfortuna nella sfortuna – ha sede a Kharkiv, seconda città per popolazione dell'Ucraina dopo la capitale Kiev, che si trova all'estremità orientale del Paese, vicinissima al confine con la Russia. Proprio per questo Kharkiv è stata uno degli obiettivi più pesantemente bombardati.

"Se avessi saputo cosa sarebbe successo, non avrei mai viaggiato qui. Sono scioccato. Ho visto carri armati ed elicotteri in aeroporto", spiega Dogan, che è rimasto bloccato dopo la sospensione dei voli e non è riuscito – data anche la lontananza dai confini occidentali dell'Ucraina che stanno accogliendo decine di migliaia di profughi – ad approntare un piano di fuga alternativo. Il calciatore turco, che ha anche la cittadinanza tedesca, è stato dunque costretto a rifugiarsi per gran parte delle giornate nella metropolitana della città, portando con sé tutto quello che ha: una valigia che pesa una decina di chili.

Nella metro di Kharkiv, Abdullah Dogan è soltanto un punto indistinto in un mare di persone che cercano salvezza dal fuoco russo: "Dormo in metropolitana perché fuori si sentono degli spari. Sembra più sicuro dei palazzi. Ho paura di non rivedere più la mia fidanzata e i miei fratelli. Sono molto preoccupato per la mia vita". Il suo appello alle autorità tedesche è disperato: "Sono in emergenza. Per favore, portatemi fuori di qui!".

Quando la Bild prova a richiamarlo qualche ora dopo, la sua voce è concitata: "I russi sono nelle vicinanze, devo scappare".

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