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Gigi Maifredi: “L’Avvocato Agnelli mi invita a casa sua alle 8 del mattino e mi fa: champagne?”

Gigi Maifredi si porta dietro il ricordo di una delle stagioni più disastrose della storia della Juventus. Lo volle fortemente l’Avvocato Agnelli, che una mattina lo invitò nel suo appartamento romano: “Champagne?”, “Alle 8 del mattino?”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Gigi Maifredi ormai se n'è fatto una ragione: ogni volta che la Juventus va male – e accade anche adesso con Thiago Motta in panchina – viene tirata fuori la disgraziata stagione 1990/91, quando la società bianconera decise di sposare quello che all'epoca veniva chiamato il ‘calcio champagne' del tecnico bresciano, sbarcato a Torino tra tante aspettative dopo aver fatto benissimo nel precedente triennio al Bologna: una promozione dalla B alla A, una salvezza e il crescendo finale con la qualificazione alla Coppa UEFA. La triade Agnelli, Boniperti e Montezemolo (quest'ultimo era appena arrivato come vicepresidente esecutivo) scelse Maifredi al posto di Zoff per cercare di coniugare i risultati con lo spettacolo, ma andò malissimo: l'unico champagne della vicenda fu quello offerto alle 8 del mattino da Gianni Agnelli al tecnico, invitato per l'occasione nella sua casa romana.

Maifredi invitato dall'Avvocato Agnelli a casa sua: "Champagne?", "Alle 8 del mattino?"

Maifredi ricorda oggi l'episodio, che all'epoca gli apparve decisamente surreale, inquadrandolo nello scenario generale dei rapporti col proprietario della Juventus. Parliamo di situazioni che appartengono a un calcio lontanissimo da quello di oggi, a partire proprio dai vertici dei club: "Mai che l'Avvocato abbia sorriso una volta. Racconto questa. Sono a Roma per gli Internazionali di tennis, la mia passione, mi invita nel suo appartamento vicino al Quirinale, penultimo piano di Palazzo Mengarini, se non ricordo male. Ovviamente alle 8 del mattino. Mi accoglie il maggiordomo, appena entro vedo alle pareti un ritratto dell'Avvocato fatto da Warhol, opere d'arte ovunque, espressionisti, futuristi. Insomma, avanguardisti. Noto una bellissima scala di legno e chiedo al maggiordomo: ‘Chi è l'autore?'. E lui: ‘Veramente l’avevo messa io per pulire i quadri'…".

"Poi arriva l'Avvocato e mi fa: ‘Champagne?'. Alle 8 del mattino? ‘Cappuccino e brioche?'. Passano tre minuti e si presenta il maggiordomo con un vassoio e trenta brioche di tutti i tipi… Quando sto per andare via lo saluto alla vecchio Maifredi: ‘Avvocato, scusi, quanto paga d'affitto?”. Niente, non gli strappo neppure mezzo sorriso", è il racconto fatto da Maifredi al Corriere dello Sport.

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Quella stagione iniziò in maniera disastrosa, con la sconfitta per 5-1 contro il Napoli di Maradona e Careca nella Supercoppa giocata al San Paolo, e finì in maniera altrettanto ingloriosa col settimo posto in campionato che lasciò la Juve fuori dalle coppe europee, dopo 28 anni di presenza ininterrotta.

Nel 2020 Luca Cordero di Montezemolo si è sfilato dalla responsabilità di aver scelto Maifredi, addossando tutta la responsabilità agli altri due: "Boniperti voleva Maifredi già due anni prima, fu lui a sceglierlo assieme a Gianni Agnelli. L'Avvocato mi fece pressioni fortissime e quando dico fortissime non esagero. Sia lui che Boniperti volevano ringiovanire, rinnovare, di Maifredi piaceva molto quel suo calcio esteticamente bello, rispetto a quello tradizionale di Zoff. Ne conservo un bel ricordo, uomo di grandi passioni ed entusiasmi, se devo fargli un appunto, l'unico secondo me, è che non c'era un approccio approfondito sugli avversari, non li studiava tanto, era un po' superficiale, c'era in lui l'idea che tanto la partita l'avrebbe fatta comunque la Juve".

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Maifredi non ci sta al paragone con Thiago Motta: "Ma che c'entro io con lui? Ha 30 giocatori, io ne avevo 14"

La gestione attuale di Thiago Motta, sballottato in mezzo alle difficoltà del campo e alle contestazioni dei tifosi, ha fatto citare ancora una volta la sciagurata stagione di Maifredi, ma lui insorge: "Ma cosa c'entro io con Motta? Io avevo quattordici giocatori e due stranieri, anziché tre. Nelle prime venti partite eravamo primi o secondi, la situazione precipitò a febbraio, a Genova con la Samp, dove nel primo tempo avevamo giocato un calcio eccezionale. Motta ha trenta giocatori, uno più bravo dell'altro, ha sbagliato a voler portare a Torino il calcio che aveva mostrato a Bologna. Dove aveva Aebischer, Freuler e Ferguson, un centrocampo di altissimo livello intellettuale e molto ricettivo. Gli interscambi con quei tre venivano naturali. Locatelli è un ottimo giocatore, Koopmeiners io lo amo, ma è un pesce fuor d'acqua. Thiago avrebbe dovuto sposare una strada nuova anche perché gli sono cambiati addosso gli obiettivi e le aspettative".

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