Gigi Buffon si presenta in Nazionale: “Non sono qui per replicare Vialli, non sarei all’altezza”
Ci sono tre momenti della presentazione ufficiale di Gigi Buffon in Nazionale che spiccano su tutto. La stoccata di Gravina a Mancini, le frasi dell'ex bianconero su Gianluca Vialli e Spalletti, la chiamata con Bonucci finito in Germania suo malgrado. L'ex portiere della Juve, campione del mondo a Berlino nel 2006, si accomoda sulla poltrona di capo delegazione appartenuta all'ex attaccante della Samp. Negli occhi c'è ancora quel bellissimo abbraccio a margine del rigore parato da Donnarumma che valse la conquista degli Europei contro l'Inghilterra a Wembley.
Sembra passata una vita da allora, tutto è cambiato: gli Azzurri sono (ancora) fuori dai Mondiali (e Gigi sa quanto possa bruciare uno smacco del genere); Roberto Mancini se n'è andato sbattendo la porta rassegnando le dimissioni con una pec per accettare la ricca offerta in Arabia Saudita; Luciano Spalletti ha detto sì alla proposta del presidente federale, Gabriele Gravina, mettendo da parte gli arnesi del contadino, interrompendo l'anno sabbatico che aveva annunciato dopo la conquista dello scudetto a Napoli.
E fa nulla che l'ex presidente, Aurelio De Laurentiis, brandisca il libercolo della clausola: "gli avvocati sono al lavoro per comporre la transazione in un modo o nell'altro", ha ammesso il neo ct. L'Italia chiamò e lui non poteva dire di no. Pochi giorni e farà il debutto ufficiale sulla panchina per le sfide contro Macedonia del Nord (9 settembre) e Ucraina (12 settembre): c'è da compiere una missione delicatissima, scongiurare il rischio di non partecipare nemmeno agli Europei 2024. Sarebbe tremendo.
"Dopo aver vissuto un'estate turbolenta non per colpa nostra – dice Gravina – per me è motivo di grande soddisfazione sapere che questa squadra è in mani salde. Ognuno di noi deve fare il massimo. Grazie Gigi e in bocca al lupo". Con tanti saluti a ‘Mancio' che è solo un amaro ricordo e magari sarà anche materia legale da sbrogliare in tribunale.
Parola a Buffon che fissa due pensieri: il primo, doverosamente, è per Vialli. "Il ricordo è bellissimo, avevamo un rapporto straordinario e ci scambiavamo sempre le maglie. Pensare di essere al suo pari è presuntuoso e sbagliato, non sarei all'altezza di ciò che ha fatto lui". Spalletti? Non gli farà ombra perché – dice – "è l'uomo giusto al momento giusto".
Infine, una riflessione dedicata all'ex compagno alla Juve e in Azzurro: Bonucci ha chiuso il suo rapporto con la ‘vecchia signora' malissimo e se tornerà o meno in Nazionale non è materia sul quale mette bocca. "Sì, quest'estate ci siamo sentiti, ora devo mandargli un messaggio dopo l'approdo all'Union Berlino. È la scelta di chi è abituato a lottare e a raggiungere traguardi dandosi da fare. Questo è qualcosa che gli va riconosciuto e l'aspetto bello di un campione di 36 anni che affronta l'ultima sfida con i disagi del caso. Se torna in Nazionale? Non spetta a me dirlo".