Giappone in delirio per i Mondiali, ma con educazione: aspettano il verde per festeggiare
L'arbitro ha appena fischiato la fine della partita. A Tokyo è quasi mezzanotte, considerata la differenza di fuso orario con il Qatar. Ma in strada si riversa una folla festante, l'incrocio del quartiere Shibuya della capitale nipponica brulica di persone che fanno festa per una vittoria emozionante, storica, inattesa, costruita con disciplina e fermezza, senza mai arrendersi. La statua del cane Hachiko, simbolo di fedeltà e amore, diventa punto d'incontro dei sostenitori: si ritrovano tutti lì, davanti al simulacro del cane che aspettava il suo padrone ogni giorno di fronte alla stazione
Il Giappone ha battuto la Germania nella prima partita dei Mondiali. È stata un'impresa: sotto di un gol su rigore, la squadra del Sol Levante ha perfezionato rimonta e sorpasso nella ripresa in otto minuti. La decisione (apparentemente) folle del ct nipponico di schierare una formazione ultra-offensiva (con ben otto attaccanti) è stata fortunata: la pressione è stata tambureggiante, uno tsunami che ha travolto la sicumera dei tedeschi convinti che la vittoria era già in tasca.
Rudiger, protagonista di un gesto discutibile, è impietrito. Con lui anche i compagni di squadra e il tecnico, Flick. Il clamore politico alimentato dalla protesta clamorosa (mani davanti alla bocca dei calciatori al momento della foto ufficiale, a pochi istanti dal fischio d'inizio) viene spazzato via dalla delusione, stampata sul volto dei giocatori e dei tifosi.
Ammutoliti i tedeschi. Euforici, ma senza dimenticare la proverbiale compostezza che li porta a ripulire le loro postazioni, i giapponesi escono dal Khalifa Stadium come una fiumana colorata di bianco, rosso, blu. Tracimano gioia, lo fanno senza dimenticare la disciplina che li distingue in maniera proverbiale.
Basta dare un'occhiata ad alcuni video virali che rimbalzano dal Sol Levante, in particolare quelli che raccontano cosa succede nell'incrocio capitolino. Ai lati della strada c'è una calca di gente assiepata che non si lancia subito sulla carreggiata. Non può farlo, il semaforo è ancora rosso per i pedoni. E attendono che s'illumini il colore verde per attraversare e lasciarsi trascinare dall'ebbrezza di un grande risultato sportivo che resterà nella storia dei Mondiali.
Non appena la luce delle lanterne semaforiche inizia lampeggiare – è il segnale che sta per scattare di nuovo il rosso – guadagnano tutti il marciapiede in fretta. In sottofondo si ascoltano i fischi dei vigili urbani che caldeggiano lo sgombro della strada, il ritorno all'ordine dopo l'eccezione di quel particolare momento.
Domenica 27 novembre il Giappone affronterà la Costa Rica: sulla carta il secondo successo di fila sembra alla portata. La profezia di Holly & Banji s'è avverata (per adesso). Ma per festeggiare è presto. Meglio restare fermi al semaforo.