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Gianluigi Buffon sta lasciando andare il suo fisico dopo il ritiro: “Ne avevo le scatole piene”

Gigi Buffon racconta la sua nuova vita dopo la nomina di capo delegazione dell’Italia. L’ex portiere ha svelato di non praticare più lo sport dopo il ritiro dal calcio giocato: “Probabilmente ne avevo le scatole piene”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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L'addio al calcio giocato e la nuova vita lontana dalla pratica sportiva. Gigi Buffon, ospite di Alessandro Cattelan su Rai Due, ha svelato di non aver fatto più nulla a livello fisico da 9 mesi, ovvero dall'annuncio del suo ritiro. Zero allenamenti dunque per mantenersi in forma ma massima concentrazione sul suo nuovo ruolo di capo delegazione della Nazionale. Ecco perché di tornare a fare sport in questo momento non ne vuole sentire parlare. L'ex portiere e campione del mondo 2006, ha svelato tutto questo all'interno del programma.

"Sono 9 mesi che praticamente non faccio nulla di fisico e atletico perché probabilmente ne avevo le scatole piene di fare sport". Buffon non dice di essere stufo del calcio ma il fatto di aver staccato un po' da quella routine e da quegli obblighi da calciatore, gli stiano facendo fare una sorta di nuova vita. "Ho il bisogno di ritrovare un po' di desiderio e voglia di sforzarmi fisicamente – ha spiegato -. Penso che nei prossimi mesi proverò a risistemarmi, per adesso no“.

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Buffon racconta la sa nuova vita: non pratica più lo sport

Il discorso di Buffon non fa una piega. Dopo l'ultima esperienza al Parma in Serie B, ora si è tuffato in questa nuova avventura nella Federazione. "È particolare perché per 30 anni e più ho fatto la stessa vita e ora sono arrivato a un punto di saturazione e voglio avere delle motivazioni – spiega – Sono capo delegazione, non comando manco a casa mia figurati che figura posso ricoprire (scherza ndr) ma il ruolo mi piace ed è molto divertente". Un incarico stimolante e a di grande responsabilità: "Faccio un po' da filtro tra i ragazzi, il mister e l'ambiente e poi dovrei fare le veci del presidente quando non c'è – aggiunge ancora – Un ruolo in cui quando si dice la propria opinione bisogna stare a sentire per forza".

Il ruolo di capo delegazione dopo Vialli e Gigi Riva: "Un orgoglio"

Chiaramente la responsabilità diventa doppia quando si pensa che Buffon ha preso il posto di Gianluca Vialli: "Una grande gioia dato che è stato prima ancora di Gigi Riva quell'incarico e sono felicissimo perché avevo un rapporto stretto con entrambi –  spiega -. L'idea di prendere il loro testimone è stato un orgoglio, loro per me sono stati due esempi e personaggi iconici e miti per il loro essere calciatori e per come erano nella vita. Il fatto di non farli rimpiangere è un qualcosa che mi responsabilizza molto". La chiacchierata poi verte inevitabilmente sulle possibilità dell'Italia ai prossimi Europei: "È un gruppo di ragazzi seri, umili e sono contento di poter fare questi Europei insieme a loro – aggiunge – Sono convinto che comunque andrà brutte figure non ne faremo".

Il razzismo nel calcio: "Si ricade spesso in qualche errore"

Impossibile poi non commentare ciò che è accaduto negli ultimi giorni con il presunto caso di razzismo tra Acerbi e Juan Jesus concluso con il proscioglimento del giocatore:

"Lo stadio viene considerato un porto franco in cui ognuno si sente in diritto di sfogare le proprie frustrazioni ma credo che il percorso per battere il razzismo sia ancora lungo e secondo me qualche risultato positivo si è visto – commenta Buffon -. Ogni tanto si ricade in qualche errore e polemica, ma l'importante è che se si sbaglia sia in buona fede, senza avere avuto la volontà di ferire veramente qualcuno perché a quel punto sarebbe molto grave".

Una piega che si allarga a macchia d'olio nel nostro calcio e che sta mostrando sempre più episodi di questo genere: "In linea di massima negli stadi e in molti ambiti sportivi dove c'è competizione si cerca sempre di destabilizzare gli avversari e renderlo debole e nudo davanti al mondo e al contesto e si cerca sempre di colpirlo in quello che è un nervo scoperto – prosegue l'ex portiere azzurro -. Io considero questa una scorrettezza, lo sport è un'altra cosa, dovrebbe vincere il migliore non chi adopera dei mezzucci per cercare di crearsi dei vantaggio".

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