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Giampaolo tiene la schiena dritta a Lecce: “Io non faccio leccate di c…”. Con chi ce l’ha

Lo sfogo del tecnico salentino dopo i fischi dei tifosi, delusi per il pareggio col Venezia: “Io so dove sono, i calciatori lo sanno, il club lo sa. Devono saperlo anche i tifosi. Noi non siamo mica il Real Madrid”.
A cura di Maurizio De Santis
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I fischi che sono arrivati dopo il pareggio del Lecce contro il Venezia non gli sono piaciuti. Giampaolo li ha ritenuti ingiusti sia per la prestazione offerta dai salentini sia perché dai tifosi giallorossi si aspetta altro. È il vecchio adagio del mondo del calcio che evoca lo "spalla a spalla" tra pubblico e squadra quando c'è da lottare, compatti, per raggiungere un obiettivo.

Ecco perché, a caldo, con l'adrenalina ancora in circola ha detto esattamente ciò che pensa tenendo testa alta e schiena dritta, senza alcun timore di suscitare malcontento. "Se volete che faccia la leccata di culo non la faccio. È così", ammette aggrappandosi alla personalità, all'orgoglio, all'esperienza di chi – come lui – ha da sempre masticato pane e sacrificio e sa cosa vuol dire tenere il coltello tra i denti.

La contestazione sgradita dopo il pareggio col Venezia

La contestazione lo ha infastidito: cosa si aspettavano i sostenitori da questo gruppo che sta già dando tutto? "Per questo credo che sia immeritata – ha ammesso dopo il match -. La squadra ha fatto la partita che poteva fare. Ci ha messo cuore, impegno. Si è trovata in svantaggio ma secondo me in maniera ingiusta (per un autogol, ndr) e ha avuto la forza di riprendersi, pareggiare. Potevamo anche vincere".

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La meta agognata dei pugliesi è la salvezza da conquistare partita dopo partita, strappandola a morsi: il quartultimo posto a +2 sull'Empoli e a -5 dal Verona che è (quasi) al sicuro è la zona d'ombra nella quale si dibatte il Lecce che a gennaio scorso ha visto indebolita la propria rosa per una cessione che ha sì portato soldi importanti nelle casse del club (il trasferimento di Dorgu al Manchester United) ma ha sottratto una delle poche armi a disposizione del tecnico per restare in Serie A.

Il tecnico: "Sosteneteci poi mi possono anche mandare aff…"

"Se il pubblico ti fischia e non ti vuole sotto la Curva ha le sue ragioni – ha aggiunto Giampaolo, richiamando tutto a una presa di coscienza -. Io so dove sono, i calciatori lo sanno, il club lo sa. Devono saperlo anche i tifosi. Noi non siamo mica il Real Madrid". Messaggio forte e chiaro: inutile lasciarsi andare adesso a derive pericolose, autolesioniste. La possibilità del Lecce di competere per conservare la categoria non può prescindere dall'appoggio dei sostenitori.

"Noi possiamo salvarci anche grazie al loro aiuto e mi aspetto che ci sostengano fino al 95°. Mi aspetto che siano per noi una specie di kamikaze. Io so che questo pubblico fa la differenza ma deve farlo fino alla fine. Poi mi possono anche mandare affanculo".

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