Gattuso, una grande sofferenza: “La storia del Tottenham mi ha fatto male più di qualsiasi esonero”
Rino Gattuso è un disoccupato di lusso, in vacanza a Marbella con la famiglia, ma pur sempre un disoccupato. Per la prossima stagione sembra ormai certo che il tecnico calabrese non siederà su nessuna panchina, essendo quelle di Serie A tutte occupate, ed anche le opzioni appetibili all'estero sono sfumate. Ringhio attenderà dunque sulla riva del fiume che l'abituale turnover degli allenatori faccio il suo corso: "Ma anche senza la smania di cercare una sistemazione a qualsiasi costo", spiega al Messaggero.
"Aspetto di ricominciare, anche se non so quando. Intanto studio, mi aggiorno. Vediamo poi quale chance si presenta. Sono pronto, se capiterà, per una Nazionale, anche se a me piace di più il lavoro quotidiano – dice Gattuso, che poi ammette che un rimpianto c'è – Quest'anno sarà proprio un gran bel campionato. Anche difficile. Ci divertiremo. Mi aspetto grande competitività al vertice. Le big hanno cambiato quasi tutte in panchina. Entrano in scena personaggi di primo piano. Tecnici che hanno vinto. In A c’è il top. Dovevo esserci anch'io…".
L'estate del tecnico appena separatosi dal Napoli è stata segnata dalle due storie finite male con Fiorentina e Tottenham. In particolare lo hanno segnato dolorosamente le accuse di sessismo, omofobia e razzismo che hanno fatto saltare la trattativa con gli Spurs: "Sulla Fiorentina meglio lasciar stare, se n'è parlato anche troppo. Inutile aggiungere altri particolari. Storia finita. Aperta è invece l'altra. Non riesco a dimenticare. La delusione è stata grande. Mi hanno descritto in modo diverso da quello che sono. E non c'è stato niente da fare. Il mio dispiacere è di non aver avuto la possibilità di difendermi. Di spiegare che quello raccontato dalla gente in Inghilterra non ero io. Ho dovuto accettare una storia che mi ha fatto male più di qualsiasi sconfitta o esonero. Ed è accaduta in un momento in cui nessuno vuole prendere atto della pericolosità del web".
Il 43enne allenatore di Corigliano Calabro si lancia poi in una filippica contro i social network: "Certe cattiverie vengono da Facebook e Twitter dove è possibile dar forza a qualsiasi falsità. Io non ho alcun profilo. E non li voglio avere. Nemmeno Monica li ha. Perché mi dovrei fare insultare per qualsiasi cosa? Non ho nemmeno Instagram. Non capisco, se bevo una bottiglia di vino, quale sia il motivo di scattare una foto per farlo sapere ad altri. Sono fatti miei. Lo sanno anche Gabriela e Francesco. La grande ha 17 anni, non sono certo io a impedirgli di essere su Facebook, Twitter o Instagram. Ma Gabriela sa che foto con me non le deve mettere in piazza".
Non può mancare una battuta sul Napoli, appena lasciato nelle mani di Luciano Spalletti: "Lo conoscete. È una garanzia. Continuerà il mio lavoro con il 4-2-3-1. È già avanti, insomma…".