Gattuso lascia senza parole i dipendenti del Valencia: spende una fortuna senza dimenticare nessuno
Schietto. Trasparente. Verace. A Valencia Gennaro Gattuso è riuscito a farsi apprezzare esattamente per come è, senza filtri nel bene e nel male. Il pubblico lo ama non solo per la sua storia sportiva ma per il modo in cui crea quell'empatia che è uno dei tasselli fondamentali per avere un ambiente che sia corpo unico tra squadra e tifosi.
I calciatori lo stimano perché gesti all'interno dello spogliatoio – in particolare quelli che non si vedono – contano più di mille parole. "Ho il gruppo migliore al mondo", ha ripetuto di continuo e la ricompensa alla sua maniera, memore dei benefici che aveva lui da calciatore: regalò ai giocatori tre giorni extra si vacanza dopo la vittoria sul Betis; li portò tutti a cena per serrare i ranghi dopo la sconfitta col Barcellona; a Gaya, reduce dalla bocciatura in nazionale, parlò col cuore in mano e lo convinse a staccare per schiarirsi le idee e riprendersi dalla delusione.
Lo staff del club lo considera una famiglia. Sa quanto sia importante in una grande squadra che ogni dettaglio venga curato alla perfezione. Sa quanto l'armonia di un gruppo si costruisca con le piccole cose. Sa quanto il fattore umano sia imprescindibile per resistere agli urti della vita, dentro e fuori dal campo.
Ecco perché non sorprende il gesto di cui s'è reso protagonista in occasione del Natale: ha versato decina di migliaia di euro per fare regali a tutti i dipendenti della società. "La vita mi ha dato molto. Mi piace fare regali, non mi piace riceverne", ha ammesso Gattuso nell'intervista al sito del club valenciano spiegando come il Natale abbia su di lui un fascino particolare. "Per me è una festa incredibile – ha aggiunto -. Amo tutte le feste, ma il Natale soprattutto perché ho sempre aspettato i regali di papà, mamma e tutti famiglia. È qualcosa che mi ricorda quando ero piccolo. In casa mia è molto importante".
La tradizione e i ricordi vanno di pari passo, come fai a non volergli bene quando sposta indietro le lancette dell'orologio e dice: "Ricordo che eravamo tante persone, tutte in una piccola casa e tutte molto felici. Un Natale semplicissimo. Ognuno preparava un piatto, era un'atmosfera incredibile".
L'uomo e lo sportivo sono la stessa cosa, non c'è pericolo di trovarsi di fronte a due facce di una stessa medaglia. "Ringhio" ne ha una sola ed è pronto a mettercela sempre. Il suo Valencia è attualmente decimo nella Liga, a -5 dal quarto posto che vale la Champions e la sfida del 31 dicembre con il Villarreal è da dentro o fuori: deve vincere per tentare la scalata, non c'è scelta.