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Gattuso e il rapporto con Insigne: “Mi guarda storto quando lo cambio, ma è intelligente”

Rino Gattuso ha raccontato il suo rapporto con Lorenzo Insigne, autore del gol decisivo in Napoli-Roma: “Vuole giocare sempre e mi guarda storto quando lo cambio negli ultimi 20 minuti, ma se ne deve fare una ragione”. Per il suo giocatore c’è grande stima: “È molto intelligente, capisce subito le cose e questa è la sua forza”.
A cura di Redazione Sport
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Nell'esultanza di Lorenzo Insigne dopo il gol che ha deciso Napoli-Roma, c'è il segreto del Napoli degli ultimi mesi. Quello che ha raddrizzato l'andamento in campionato e ha portato a casa un trofeo dopo cinque anni dall'ultima volta. L'abbraccio con Rino Gattuso racconta quanto l'allenatore abbia fatto breccia nel cuore del gruppo e in particolare regala la fotografia di un feeling speciale. Quello tra Ringhio e il suo capitano.

Lo stesso Gattuso ne ha parlato al termine della partita nell'intervista ai microfoni di Sky. Raccontando di Insigne limiti e pregi, con larga prevalenza di questi ultimi. Quasi con tono paterno, a conferma del legame particolare che si è instaurato tra i due.

"Lorenzo ha caratteristiche per le quali lavorando può arrivare a fare la differenza. Deve avere forza nelle gambe per provare a saltare l'uomo. Poi vuole giocare sempre e mi guarda storto quando lo cambio negli ultimi 20 minuti, ma se ne deve fare una ragione. Però è molto intelligente, capisce subito le cose e questa è la sua forza".

Al di là di Insigne – il migliore nel Napoli dell'ultimo periodo -, Gattuso sta lavorando sulla testa di tutti i suoi giocatori. Per far fare a tutto il gruppo quello step mentale, l'ultimo e il più difficile, che periodicamente, negli anni, la squadra ha sempre fallito al momento decisivo.

"Alleno giocatori forti e tante volte bisogna ricordarglielo. Dopo la finale di Coppa Italia dissi che bisognava pedalare e non parlare, visto che tanti di questi l'anno prossimo resteranno qui. Serve la mentalità vincente, questa squadra deve migliorare nella mentalità, negli anni è sempre venuta a mancare dal punto di vista mentale quando c'era da fare il salto di qualità. Quando fanno belle partite questi ragazzi si siedono. Devono pensare a costruirsi, a migliorarsi giorno per giorno, senza pensare di essere già arrivati".

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