Gasperini ricorda le minacce di morte arrivate da Napoli: “Maradona mi ha sparato un bel po’ di puta”

Hai voglia a dire che la sua Atalanta aveva la testa tutta al campionato – dove è meravigliosamente prima quando siamo quasi al termine del girone d'andata – e che per questo ha snobbato la Supercoppa, lasciando fuori nella semifinale persa contro l'Inter alcuni tra i migliori giocatori in assoluto di tutta la Serie A (Ederson, Lookman, De Ketelaere): Gian Piero Gasperini non lo ammetterà mai. Eppure le parole del tecnico orobico, rilasciate in un'intervista alla vigilia della competizione, dicono molto: "Se firmo per la vittoria in Coppa Italia, il secondo posto in campionato, la semifinale di Champions League? Sarebbe la miglior stagione di sempre dell'Atalanta, però non firmo…".

Gasperini ricorda cosa accadde dopo che ruppe il labbro a Maradona: "Minacce di morte da Napoli"
Nella chiacchierata con Sportweek, il 66enne tecnico di Grugliasco riavvolge il nastro dei ricordi, tornando ai tempi in cui giocava e raccontando cosa accadde quando ruppe il labbro a Diego Armando Maradona, che fu suturato sulla bocca, in un Pescara-Napoli del 5 marzo 1989 terminato 0-0, dopo che all'andata gli abruzzesi avevano ricevuto una lezione storica (8-2) a Fuorigrotta: "Eravamo i due capitani, al San Paolo ne beccammo 8, al ritorno giocammo molto decisi. Il nostro scontro? In questa foto si vede che io guardo la palla, non lui. È stato sfortunato perché, sbracciando, l'ho colpito casualmente con l'anello e gli ho aperto il labbro. Mi ha sparato un bel po' di ‘puta' e, in settimana, mi sono arrivate minacce di morte da Napoli".
Il presente dice invece che Gasperini e l'Atalanta sono un fenomeno ammirato e studiato in tutta Europa: "Il Natale da capolista solitario è inimmaginabile. Bello soprattutto per la gioia della nostra gente che canta ‘Vinceremo il tricolor!', ma non sta aspettando qualcosa: è già felice ora. Il prossimo step di De Ketelaere? Fare contro Inter e Real Madrid ciò che fa con l'Empoli".

La vittoria dell'Europa League nella finale contro il Bayer Leverkusen resterà come una delle pietre miliari del club bergamasco, Gasperini racconta un retroscena intimo molto toccante: "Era il 22 maggio, giorno del compleanno di mio padre che ho perso nel 2012. Io non credo a certe cose. Ma quando hanno annunciato la data della finale ho pensato: ‘Papà, questa me la devi fare vincere'…".