Garcia nervoso dopo la domanda più scomoda: “Dimostreremo che hai torto”. Quando rischia l’esonero
Il Napoli campione d'Italia è 5°, a -7 dal Milan che l'anno scorso finì a -20. La sensazione che dà (e la sconfitta con la Fiorentina ne è la riprova) è disarmante: non appena il livello tecnico dell'avversario si alza, si salva (e non è detto vi riesca) solo grazie alla qualità dei singoli (che resta molto alta) ma non è una squadra, né ha un'identità di gioco precisa. Tutto sembra affidato alla buona volontà, al talento, allo spirito agonistico del singolo, alla giocata individuale più che al supporto corale e all'equilibrio (altro tallone d'Achille) tra i reparti.
Contro la Viola è andata male, malissimo. Vincenzo Italiano (che in estate era sembrato vicito ai partenopei) ha incartato l'avversario, messo il dito nella piaga, soffiato via quel velo di illusione regalato da due gare di fila vinte (Udinese e Lecce) e alla sconfitta onorevole col Real Madrid in Champions di cui ci si è accontentati, quando invece un anno c'era esaltazione collettiva per come venne demolito il Liverpool.
Il downgrade, il ridimensionamento dal punto di vista del gioco e dei risultati è palese. La prospettiva per il futuro è anche più inquietante: il Napoli era una macchina perfetta, adesso non ha le idee chiare, nel corso della stessa gara alterna buoni momenti a blackout improvvisi ed errori marchiani (grossolano davvero, il primo gol preso da Meret), ha smarrito se stesso.
In una situazione del genere è destinato ad alternare buone prestazioni a batoste pesanti come quella presa al Maradona contro i toscani. E le scelte di Garcia – a cominciare dalla questione dei cambi – alimentano confusione oltre che malumore (ultimo dei brutti gesti in ordine tempo, quello di Politano).
Ragionamento che in conferenza stampa ha provocato la reazione stizzita di Rudi Garcia. Dinanzi a obiezioni del genere s'è sentito punto su un nervo scoperto: "Non essere così categorico – ha detto al suo interlocutore -, vediamo nel futuro se ha ragione oppure torto. Ma sono sicuro che dimostreremo che lei ha torto".
Il tecnico francese non è sul filo dell'esonero (per adesso) ma sotto osservazione: la società riflette con attenzione. Verona, Milan e Union Berlino le prossime tappe del calvario: o ne esce bene oppure… sa già come andrà a finire. "Ci voleva più aggressività, è mancata la grinta, è mancata la cazzimma", sottolinea.
Il presidente, De Laurentiis, è deluso perché sarà pur vero che il quarto posto è l'obiettivo richiesto in campionato (il quarto posto che vale la Champions, lo è da sempre) ma è altrettanto vero che si augurava un trend di rendimento differente: dopo 8 giornate sono 14 i punti fatti finora rispetto ai 20 di un anno fa.
"Non siamo stati in grado di fare una striscia di 3 vittorie e finché non la facciamo saremo una volta dentro i 4 e una volta fuori". È stata la replica laconica di Garcia, messo sotto pressione anche da altre considerazioni. Una in particolare, la gestione delle risorse con le sostituzioni.
"Con il senno del poi possiamo fare tutti i cambi vincenti della partita. Quando perdi Anguissa e stai perdendo mi sembra logico ci mettere un giocatore più offensivo per fare gol. Abbiamo avuto una grande occasione con Raspadori, che ha cercato il Cholito e abbiamo perso l’occasione di pareggiare. Mi prendo la responsabilità della sconfitta ma non per cambi – ha aggiunto -. In generale, mi aspettavo una reazione diversa, che saremmo stati più aggressivi in tutti i reparti".