Galeone svela cosa gli ha urlato Allegri: “Mister, ora si fa come dico io!”. Un gesto di affetto
Il legame tra Giovanni Galeone e Massimiliano Allegri è cosa nota, un legame nato una trentina di anni fa a Pescara, dove il primo era allenatore e il secondo talentuoso ed elegante trequartista. I due si sono poi ritrovati a Perugia ed a Napoli, e ancora a Pescara: in totale otto anni, che hanno messo i semi per un rapporto che va oltre il calcio, cementatosi negli anni ed arrivato fino ad oggi. Un'amicizia in cui l'uno è pronto a venire in soccorso dell'altro, e non solo quando si parla di calcio. Se infatti sono noti gli interventi di Galeone in difesa del suo pupillo quando Max è in difficoltà, adesso l'83enne tecnico napoletano racconta cosa ha fatto per lui Allegri poco tempo fa.
"Di recente ho confidato a Max di avere un piccolo problema di salute. Volevo temporeggiare nel fare gli accertamenti. Ma lui mi ha urlato: ‘Mister, ora si fa come ca…o dico io!'. Pochi giorni dopo, grazie al suo aiuto, ero al San Raffaele sotto le sapienti mani del professor Zangrillo…", svela Galeone a Il Giornale.
Vicende umane che fanno capire bene come il calcio sia davvero lo sfondo di qualcosa di più importante e prezioso. E tuttavia gli accadimenti degli ultimi giorni, culminati nell'esonero di Allegri dopo la sfuriata all'Olimpico al termine della finale di Coppa Italia, non possono lasciare indifferente Galeone, che ancora una volta prende le parti del livornese: "Le critiche di quest'anno a volte le ho trovate ingenerose, se si considera che Max si è trovato a gestire, da solo, situazioni davvero pesanti. Il suo futuro? Lo vedrei bene in Premier League. Anche se in Italia De Laurentiis farebbe di tutto per portarlo a Napoli. Oggi il Napoli è un grande club. E Max un grande allenatore…".
"L'ultima volta l'ho sentito prima della finale, mi ha mandato un messaggio sul telefonino: ‘Mister, ci siamo…' – racconta ancora Galeone – Io gli ho risposto ‘Ti porterò fortuna…'. Max ha impostato la partita alla perfezione. La squadra lo ha seguito e la Juve ha vinto meritatamente. A Pescara muoveva in campo i primi passi da professionista. Serio, intelligente, lavoratore. Si capiva che avrebbe fatto strada…".