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Galeone su Materazzi: “Non mi piaceva, non lo volevo in spogliatoio e lo mandavo a cambiarsi a parte”

Giovanni Galeone non ha un buon ricordo di Marco Materazzi, da lui avuto al Perugia, al punto di raccontare che non lo voleva in spogliatoio e lo “mandava a cambiarsi da un’altra parte”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Giovanni Galeone e Marco Materazzi hanno incrociato le loro strade in un'epoca geologica lontana, era la stagione 1995-96 al Perugia. Sono dunque passati quasi 30 anni da allora, ma l'83enne tecnico ricorda bene l'idea che aveva all'epoca sull'ex difensore: "Non mi piaceva", racconta oggi, riferendosi a qualcosa che non aveva a che fare col campo.

Galeone duro su Materazzi: "Non mi piaceva per il suo carattere, lo facevo cambiare a parte"

"I miei giocatori erano tutti affezionati, però Materazzi non mi piaceva. Adesso se gli fanno qualche domanda su quel periodo magari dice peste e corna di me, che sono un incapace eccetera, ma a me non piaceva per il suo carattere. A Perugia non lo volevo in spogliatoio e lo mandavo a cambiarsi da un'altra parte. È stata una convivenza breve – spiega Galeone alla Gazzetta dello Sport, riconoscendo tuttavia come poi Matrix abbia vinto tutto tra Inter e Nazionale azzurra – Non avrei mai scommesso su di lui e invece ha vinto tutto e fatto il Triplete. Io preferivo Dicara, a volte ci ripenso e mi viene da ridere. Però resta il fatto che siamo andati in Serie A senza Materazzi".

Giovanni Galeone è nato a Napoli il 25 gennaio 1941, il 2006/07 la sua ultima stagione in panchina con l'Udinese
Giovanni Galeone è nato a Napoli il 25 gennaio 1941, il 2006/07 la sua ultima stagione in panchina con l'Udinese

Dici Galeone e pensi subito al suo pupillo Max Allegri, eppure il tecnico confessa che all'inizio era tutt'altro che così: "Io a Pescara neanche lo volevo, non sapevo chi fosse. Mi sono fatto incantare dalla bellezza della presidentessa del Pavia Giusy Achilli, che mi diceva ‘prendi anche lui‘".

L'allenatore napoletano non era ai suoi tempi tra quelli più rigidi – per usare un eufemismo – nel controllare la sfera privata dei suoi calciatori: "Niente regole. I miei presidenti mi dicevano: ‘Non devono fare sesso prima della partita'. E io rispondevo: ‘Scusi, ma io faccio fatica a controllare il mio sesso e devo farlo con altri adulti?'. Non riuscivo a capire questo concetto. Il sesso prima della partita fa male? Una stronzata, mi perdoni il termine, grossa come una casa. Per fortuna adesso non se ne parla più così tanto. Io dipinto come un tombeur de femmes? Leggende metropolitane. E mia moglie Checca è un angelo".

Il grande rimpianto di Galeone: "Andare a Napoli fuori tempo"

Quanto ai rimpianti, Galeone ne ha soprattutto uno: "Il grande errore di andare a Napoli fuori tempo, avrei dovuto capire che se falliva uno bravissimo come Mazzone voleva dire che non c'era nulla da fare. Ho valutato male, però mi ricordavo ancora di quando Maradona mi diceva ‘mister, lei deve venire ad allenarci'. Alla fine degli anni Ottanta sembrava che avessi tante possibilità, ma erano altri tempi e alla fine non succedeva mai niente. Prendiamo Massimo Moratti: mi chiamò troppo tardi e glielo dissi. Quello è un altro rimpianto".

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