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Gaetano D’Agostino: “Con il Real Madrid era fatta al 99.9%, volevano sapere se fossi sposato”.

L’ex centrocampista D’Agostino racconta le sliding doors della sua carriera e i mancati trasferimenti alla Juventus e al Real Madrid.
A cura di Marco Beltrami
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La carriera di un calciatore è fatta anche di Sliding Doors. Ne sa qualcosa Gaetano D'Agostino, ex centrocampista di Roma, Bari, Messina, Udinese, Fiorentina e Siena con 5 presenze anche in nazionale. Una carriera importante, ma che avrebbe potuto prendere un’altra piega nell’estate 2009 quando la Juventus e il Real Madrid, bussarono alla porta dell’Udinese per acquistarlo. Sembrava fatta con le merengues, con D'Agostino che pensava inizialmente ad uno scherzo.

Gaetano D'Agostino racconta la trattativa con la Juventus e il Real Madrid

Nella rubrica "Destinazioni", di Radio Serie A, il classe 1982 è tornato su quella indimenticabile sessione di trattative estiva. Dopo una super stagione con l'Udinese, e il no al Napoli, arrivò la Juventus a trattare con la dirigenza friulana e il patron Pozzo. L'affare però non andò in porto, come raccontato da D'Agostino: "Nella trattativa il ds della Juve era Alessio Secco e quando vai a trattare con i Pozzo o sei forte e hai personalità come un Marotta, un Moggi, un Galliani oppure fai fatica perché loro non scendono dalle loro richieste. Saltò tutto, fu una telenovela di un mese e mezzo, ora lo racconto con molta leggerezza e tranquillità. Ero ko mentalmente: in una settimana dissi no al Napoli e saltarono Juve e Real Madrid, anche al più grande robot senza sentimenti ti massacra. Umanamente l’ho subita".

La trattativa con il Real Madrid, D'Agostino pensava fosse uno scherzo

Ancor più pesante da digerire fu l'operazione saltata con il Real Madrid, che sembrava davvero cosa fatta. D'Agostino quando ricevette la chiamata del famoso intermediario e procuratore Ernesto Bronzetti, pensò inizialmente ad uno scherzo: "Ero in camera e stavo giocando alla Playstation e mi arrivò questa chiamata. Siccome dopo il no alla Juve ogni tanto i compagni mi facevano gli scherzi ‘pronto sono moggi, vuoi venire alla Juve, quando arrivò la chiamata della buonanima di Ernesto Bronzetti che mi disse: ‘Ciao sono Ernesto Bronzetti'. Io chiusi pensando ad uno scherzo".

La domanda del Real che sorprese Gaetano D'Agostino

Altro che scherzo, il Real faceva sul serio ed era ad un passo dal prenderlo: "Mi richiamò dicendo ‘Non attaccare ho parlato con Paolo Rodella (procuratore, ndr), sei pronto per Madrid?’. Io pensavo all’Atletico che non era come quello attuale e dissi di sì. Tanto era saltata la Juve figuriamoci. ‘Ma io sto parlando del Real’. Cominciai a sudare, lanciai il joystick della Play e dissi in che senso?". La prima domanda fu sorprendente: "La prima domanda che mi fece fu ‘Sei sposato’, gli risposi di sì e disse ‘Bravo, perché Madrid è molto tentatrice e il Real ama le persone e i giocatori che hanno famiglia e sono tranquilli’. Lui parlava come se fossi già del Real: “Guarda stanno trattando i Pozzo con il Real, ti chiamerà Paolo Rodella, che ha fatto i biglietti e verrà il charter a prenderti’".

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Il calciatore ormai era convinto di doversi spostare a Madrid, e si era illuso: "Mi disse ‘Ti chiamo appena si chiude la trattativa, ma al 99.9% sei del Real’. La mia preoccupazione era la presentazione, dovevo palleggiare davanti a 30mila persone al Bernabeu e se mi cascava la palla… La mia testa era fusa. Chiamai mia moglie e le dissi di preparare le valigie".

Quelle valigie però rimasero lì perché tutto si sciolse come neve al sole: "Chiamo Rodella e mi fa ‘Sto aspettando ok dell'Udinese così andiamo a firmare le carte e partiamo per le visite mediche’. Mi disse cifre del contratto ma quelle vanno in secondo piano perché andavo a Madrid. Erano le 16:30 e il volo era alle 18, passavano le ore e Paolo mi disse: “Sai com’è coi Pozzo però abbiamo il charter partiamo quando vogliamo’. Non partiamo più, perché non si sono accordati. Venne Pozzo a Chianciano, scese dalla macchina e mi dice (segno della croce, ndr). Tu rimani qui. E io gli dissi ‘io non gioco’. E la sua carriera prese un'altra piega, tutta italiana con Fiorentina, Siena, Pescara e infine Andria, Benevento e Lupa Roma.

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