Gabriele Gravina: “Ad oggi non vedo il rischio di uno stop dei campionati”
A poche ore dal fischio d'inizio di Italia-Polonia, e dopo la notizia delle positività di Stefano Pioli e Marco Giampaolo, il presidente federale Gabriele Gravina è tornato ad analizzare il momento attuale del calcio italiano: sempre più in ansia per l'emergenza Coronavirus. "La preoccupazione c'è ed è inutile nasconderlo, ma al momento non vedo il rischio di uno stop dei campionati – ha spiegato il numero uno della FIGC – Questo problema coinvolge non solo il calcio, ma anche la vita sociale ed economica di tutti. Dovremo vivere alla giornata, programmando, progettando e cercando di adottare tutti gli strumenti a nostra disposizione per fronteggiare l'emergenza sanitaria".
Il presidente Gravina ha poi risposto a chi si è lamentato per il calendario ‘congestionato' e per le troppe partite: "Credo che il ritmo sia sempre lo stesso, in questo momento forse si è esasperati da questa pandemia – ha spiegato ai microfoni di Sky Sport – Dopo questo weekend concederemo un momento di tregua ai nazionali, che non saranno più impegnati fino a marzo. La Nazionale rappresenta però un patrimonio di questo Paese, è capace di infondere speranza e non dobbiamo spegnerla ma alimentarla, magari facendo in modo di conciliare tutti gli impegni anche attraverso alcune piccole modifiche. Il futuro di Roberto Mancini? Siamo legati al ct da due anni di contratto. Certo che ho pensato al prolungamento, ora attendo notizie da lui".
La ricetta di Gravina per evitare il default
La pazienza di alcuni club è però al limite e non solo per i troppi impegni. Pochi giorni fa è stato lo stesso Marotta a sottolineare il rischio crisi per l'intero settore del pallone: "Salvare il calcio? Sarà compito della Federazione lavorare di comune accordo coi presidenti delle varie componenti – ha aggiunto Gravina – È giusto andare incontro ai più deboli e a chi soffre di più. Credo che raggiungeremo insieme un risultato. Ci sono proprietà e società che stanno mettendo all'interno del mondo del calcio grandi sacrifici. Solo alcuni club, una percentuale inferiore a quella che si può immaginare, hanno chiesto il rinvio del pagamento degli stipendi al 1° dicembre. Si prospettano momenti di difficoltà, ma anche di idee e progetti che possono offrire soluzioni a momenti duri".