Gabriel, gol al debutto con l’Arsenal. Il Napoli lo aveva in pugno e lo ha perso
Gabriel dos Santos Magalhães non poteva sognare esordio migliore in Premier League. Novanta minuti giocati nella prima gara di campionato con la maglia dell'Arsenal, un gol (quello del raddoppio) a Craven Cottage contro il Fulham. Il suo nome è rimasto in bilico per diverse settimane tra Lille e Napoli, che lo aveva individuato come il sostituto ideale di Kalidou Koulibaly. Addirittura, nei giorni caldi per il trasferimento di Victor Osimnhen (compagno di club in Francia) il suo nome sembrava rientrare in una maxi operazione che avrebbe dovuto regalare a Gattuso due dei migliori prospetti in Europa.
Un difensore centrale dal fisico possente e dal piede "educato", capace anche di uscire palla al piede e far ripartire l'azione. Un attaccante letale in velocità e nell'aggressione degli spazi. Entrambi giovani. Ne è arrivato solo uno, il nigeriano. L'altro ha atteso fino all'ultimo che giungesse un cenno da Napoli: aveva detto sì, era pronto per la Serie A, piaceva al tecnico ma – capito che l'affondo di mercato non ci sarebbe stato – ha deciso di non attendere oltre e ha accettato la proposta dei Gunners.
Com'è andato il battesimo del fuoco? Lo dicono le cifre della gara: 121 tocchi, 113 passaggi, precisione del passaggio del 95%, 5 recuperi palla, 2 contrasti effettuati e vinti, 1 gol. È stato nominato Man of the match.
Chiamatele pure sliding doors, nella carriera di Gabriel una situazione del genere è avvenuta diverse volte. la più recente anche nei mesi scorsi, almeno fino a quando la pandemia, il lockdown e i riflessi sull'economia non hanno fatto saltare il canale aperto con l'Everton. Ancelotti cercava un centrale alla Koulibaly ma vi ha dovuto rinunciare, nonostante il ragazzo avesse già superato le visite mediche. Per 26 milioni di euro più 4 di bonus al Lille l'Arsenal e Arteta si sono aggiudicati un centrale di talento che ha gli occhi spalancati sul futuro: da Pirituba – zona a nord-ovest di San Paolo, in Brasile – a Londra, ne ha fatta di strada Gabriel transitato anche attraverso Francia e Croazia. Perché la vita è così: a volte ha bisogno di fare un giro più largo prima di condurti alla meta.
