Fulvio Collovati a Fanpage.it: “Paolo Rossi ha vissuto la malattia con garbo, come la sua vita”
La notizia della morte di Paolo Rossi, arrivata a pochi giorni da quello di un altro eroe mondiale come Diego Armando Maradona, ha gettato nello sconforto l'Italia intera. Soprattutto chi lo conosceva bene e chi ha avuto l'onore di condividere insieme a lui la meravigliosa esperienza spagnola del 1982. Di quella famosa Nazionale, rimasta impressa nella memoria di tutti gli appassionati di calcio, faceva parte anche Fulvio Collovati.
"Quando stanotte, intorno alle 2, la moglie ci ha mandato un messaggio nella nostra chat sono rimasto sconvolto – ha spiegato l'ex difensore azzurro ai nostri microfoni -. Sapevo che non stava bene e vedevo che partecipava poco alla nostra chat, ma lui aveva sempre vissuto anche quest'ultimo periodo di grande sofferenza con garbo e discrezione. Non ha mai fatto pesare niente a nessuno, ed è quello che è poi stato lo specchio della sua vita anche calcistica".
Quali erano le sue doti principali come calciatore e come uomo?
"Paolo Rossi mi ha fatto vincere il Mondiale, lo dico senza mezzi termini. Se sono campione del mondo lo devo a lui, alla sua intelligenza calcistica e alla sua furbizia. Fece tre gol con il Brasile e ci portò sul tetto del mondo. Quando andava in mezzo alla gente era di una semplicità disarmante, sembrava uno dei tifosi ed è per questo che la gente lo ha amato tanto. Era un uomo molto lontano da quelli del calcio attuale".
Qual è il ricordo più bello di quel Mondiale passato insieme a Rossi?
"Le notti insonni. Insieme a Tardelli e Oriali dormiva pochissimo e andava in giro nelle camere, con la sua solarità, a rompere le scatole e a non far dormire gli altri. Paolo era molto goliardico e stare insieme a lui quei 40 giorni e vivere quell'esperienza meravigliosa è stato memorabile. Essergli stato a fianco in quei momenti è stato ancora più bello".
Cosa perde il calcio italiano con la sua scomparsa?
"Perde un'immagine e un simbolo. Ha fatto piangere il Brasile due volte: il giorno che li abbiamo battuti in quel famoso Mondiale e anche oggi, perché mi risulta che tutti i brasiliani lo stanno piangendo anche oggi. Lo stanno onorando e dobbiamo farlo anche noi".