Francia, scandalo in Ligue 1: il presidente dell’Angers accusato di molestie sessuali
A poche ore dalla sconfitta contro il Monaco, arrivata nell'ultimo turno del massimo campionato francese, l'Angers è nella bufera a causa dell'indagine avviata dalla polizia nei confronti di Said Chabane: 55 anni e presidente del club dal 2011. Il numero uno della società della Loira, dopo l'udienza in tribunale di stamane è stato infatti messo in custodia cautelare ed è attualmente in stato di fermo in commissariato dopo le denunce di una dipendente del club e di altre tre donne che in passato erano state anche loro alle sue dipendenze.
I dettagli dell'indagine
Il patron dell'Angers, come ha confermato il procuratore della Repubblica di Angers, Eric Bouillard, è accusato di "aggressioni sessuali aggravate compiute con l'abuso dell'autorità conferitagli dal suo ufficio. È stato posto sotto controllo giudiziario con il divieto di contattare le vittime e i principali testimoni". L'indagine nei confronti di Chabane era stata avviata nei primi giorni di gennaio, in seguito alla denuncia della dipendente del club: un episodio che aveva successivamente spinto le altre giovani donne (una hostess, una segretaria e una rappresentante del servizio clienti) ad uscire allo scoperto e a parlare delle presunte molestie sessuali che, secondo la loro testimonianza, sarebbero avvenute tra il 2014 e il 2019.
La preoccupazione della dirigenza dell'Angers
Lo scandalo ha ovviamente trovato molto risalto in Francia e messo in agitazione la dirigenza dell'Angers: preoccupata per il destino del presidente che, secondo il quotidiano francese ‘Le Monde', rischia fino a sette anni di carcere e un milione di euro di risarcimenti. In attesa di nuovi sviluppi, il club ha intanto cercato di ‘proteggere' il patron con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale: "Chabane respinge formalmente tutte le accuse mosse contro di lui e porterà alla giustizia tutti gli elementi che consentono di ripristinare la verità e preservare il suo onore. Il presidente è determinato a riconoscere la propria innocenza e confida nell'esito dell'indagine alla quale collabora pienamente".