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Francesco Totti al torneo ‘Città di Roma’, il triangolare che cambiato la sua vita

“Totti è la Roma”, disse quel giorno Franco Sensi e da quel giorno, Francesco Totti non si mosse più dalla Capitale. Quel giorno era il 9 febbraio 1997. Grazie a un triangolare tra Roma, Borussia M’Gladbach e Ajax, un 20enne Francesco con il numero 17 sulle spalle e ad un passo dalla cessione alla Sampdoria, prese in mano il proprio destino e lo trasformò nella straordinaria storia calcistica che tutti conosciamo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Nella storia calcistica di Francesco Totti c'è una partita e una data in particolare che ne hanno segnato l'evoluzione in modo determinante. Un classico ‘sliding doors' in cui il ‘Pupone' giallorosso ha segnato il proprio destino indirizzandolo nel mito assoluto a braccetto con la Roma, la società giallorossa per cui ha giocato per 20 anni senza mai andarsene. Tutto fu reso possibile grazie ad una partita, anzi ad un Torneo amichevole, il ‘Torneo Città di Roma', datato 9 febbraio 1997 in cui l'allora 20enne Francesco Totti decise di prendere in mano il proprio futuro e trasformarlo nella straordinaria avventura che oggi tutti conoscono.

Litmanen, il più forte calciatore del mondo

Francesco Totti e la Roma, in quegli anni di fine 2000 non si amavano poi troppo. Impensabile oggi, a distanza di quasi 25 anni e con il ‘Pupone' che ha chiuso la propria carriera segnando 786 presenze complessive e 307 gol fatti. Eppure, proprio in quell'anno,  1997, i destini del club giallorosso e del giocatore non erano mai stati così distanti. ‘Colpa' del tecnico del momento, Carlos Bianchi che non vedeva Totti nel progetto tecnico che si andava a delineare e ne aveva chiesto la cessione per acquistare "il più forte giocatore del mondo, Jari Litmanen" come per stessa ammissione dell'allenatore giallorosso.

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Il ‘Città di Roma': Totti eroe ‘per caso'

L'occasione per cambiare radicalmente idea e il destino arriva però il 9 febbraio 1997. Quasi per caso perché Francesco Totti non doveva nemmeno partecipare al ‘Città di Roma', triangolare amichevole con Borussia M'Gladbach e Ajax. Ma la mancata – e clamorosa – convocazione nell'Under 21 di Rossano Giampaglia per la trasferta in Inghilterra e il Torneo organizzato nella pausa del campionato per le nazionali, fan sì che Totti scenda in campo tra le riserve selezionate da Carlos Bianchi che non lo riconosce talento da prima squadra.

Totti è oramai della Samp, i fischi del'Olimpico

Le cronache di allora raccontano di uno stadio che lo fischia non appena mette piede in campo. Ha sulle spalle una anonima maglia numero 17, ma in campo – prima contro i tedeschi, poi contro l'Ajax di Litmanen – decide di riprendersi in mano il destino e stravolgerne il futuro. Nessuno, però, crede al talento di Totti. Le voci di un suo oramai imminente passaggio alla Sampdoria ne fanno un bersaglio del pubblico. Il trasferimento non è il classico retroscena di mercato ma era qualcosa di estremamente concreto, come racconterà anni più tardi lo stesso Totti: "Stavo andando alla Sampdoria: era una bella squadra, con Mancini e Montella. Sembrava oramai tutto stabilito. Tra i pochi che mi rimasero vicini c'era Mazzone, che voleva che dimostrassi che ero un giocatore vero e diceva che dovevo farlo nella Roma".

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I due gol che cambiarono il destino

La Roma si impone nel Torneo, davanti ad un Olimpico che si stropiccia gli occhi: vince entrambe le partite. La prima sfida vede i giallorossi prevalere sul Borussia per 3-0 con reti di Tommasi, Delvecchio e Totti che segna grazie ad una ‘fucilata' fuori area. La seconda, Roma-Ajax, vede la squadra di casa imporsi per 2-1 ancora con Totti, poi con Candela e Overmars con il ‘Pupone' che segnerà con quel ‘cucchiaio' che poi renderà tanto celebre e amato a tutti. Due gol fondamentali per dare uno schiaffo al destino: "Se sono rimasto alla Roma" dirà sempre Totti più avanti "l'unico motivo sono stati quei due gol segnati al Torneo Città di Roma"

Il presidente Sensi: "Totti è la Roma"

Tanto basta per far sì che il destino sparigli di nuovo le carte sul banco. A conclusione di quel Torneo, con ancora le giocate di Totti negli occhi, il presidente della Roma, Franco Sensi chiude qualsiasi alternativa: "Totti? Assolutamente migliore di Litmanen. Uno come lui ci serve, il ragazzo non si muove da qui, non andrà via dalla Roma. Totti è la Roma. Ho visto che era diventato oggetto di attenzioni da parte di speculatori. Gli ho detto che il suo procuratore, d'ora in avanti, sarò io". Da Roma andrà via invece Bianchi, esonerato qualche mese dopo, ad aprile. Dopo aver posto un aut aut alla società, come raccontato nel docufilm ‘Mi chiamo Francesco Totti' dallo stesso Pupone: "Bianchi disse al presidente o me, o lui. E il presidente scelse me". Il resto è storia conosciuta.

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