Francesco Pio Esposito: “Non penso all’Inter. Vi racconto perché esulto come Braccio di Ferro”
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In molti lo hanno già designato futuro centravanti della Nazionale Italiana e dell'Inter, ma Francesco Pio Esposito è un ragazzo con i piedi ben piantati a terra e non casca in questo gioco. Testa sul presente, lavorare e mai distogliere lo sguardo dall'obiettivo. Tutto il resto verrà dopo.
È il capocannoniere della Serie B dopo 25 giornate con 12 gol, insieme a Iemmello e Laurienté, e con le sue prestazioni sta aiutando lo Spezia ad inseguire il sogno promozione diretta in Serie A. È il fratello più piccolo di una famiglia che si sta facendo notare nel calcio italiano ma Pio pensa solo a fare gol: attaccante dotato di un grande fisico al quale unisce un'ottima coordinazione, abilità nel gioco aereo e innato senso del gol.
Francesco Pio Esposito a Fanpage.it analizza il suo campionato e si racconta tra presente e passato, dal rione Cicerone di Castellammare di Stabia e la Voluntas Brescia al sogno Serie A con lo Spezia e l'Inter sullo sfondo.
Francesco Pio Esposito, si aspettava di essere capocannoniere delle Serie B dopo 25 giornate di campionato?
"Onestamente ad inizio anno aspettarsi una cosa del genere sarebbe stato difficile. Comunque venivo da una stagione in cui avevo fatto tre gol, ma nonostante credessi di poter fare meglio dello scorso anno non avrei mai pensato di essere capocannoniere a questo punto della stagione".
Braccio di Ferro, Hulk… ormai i ‘meme' si sprecano per la sua esultanza: da dove nasce?
"È nata l’anno scorso, perché io sono uno che dopo l’allenamento si ferma sempre a far palestra. A livello fisico ero un po’ indietro e spesso scherzavamo con i compagni perché mi si gonfiava il braccio. L’ho fatta una volta, mi è piaciuta e la faccio sempre".
Cosa vuol dire avere un fratello in squadra? In che modo vi relazionate in campo e se fuori parlate della partita, degli allenamenti…
"In campo bisogna trattare tutti allo stesso modo, tuo fratello o qualsiasi altro compagno. Magari lo conosci meglio in alcune cose e in determinati situazioni questo aiuta, ma mi relaziono con lui esattamente come faccio con gli altri. Fuori dal campo ovviamente passiamo molto tempo insieme e parliamo delle partite, commentiamo alcune situazioni…".
![Francesco Pio Esposito con il fratello Salvatore sotto la curva dello Spezia.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/Francesco-Pio-Salvatore-Esposito.jpg)
A proposito di suo fratello Salvatore…in base ai dati di SofaScore siete miglior attaccante e miglior centrocampista della Serie B: quanto fa piacere una conferma del genere sul lavoro che state facendo?
"Sicuramente fa molto piacere, è un premio per il lavoro che facciamo tutti i giorni e per quanto abbiamo subito l’anno scorso. Non so se ricordi, ma per noi è stato un anno molto difficile sia a livello personale che di squadra e anche questo è un premio per non aver mai mollato. Detto questo, si tratta di dati temporanei e il campionato è ancora lungo, non si è ancora fatto niente".
Ha parlato spesso di Dzeko come modello: cosa le piace più dell’ex attaccante di Roma e Inter?
"Mi piace molto perché è completo, soprattuto perché ha capacità di legare il gioco e capacità tecniche che in pochi hanno con quel fisico. Questa è la cosa che mi è sempre piaciuta di lui, ma si tratta di un campione che ha fatto tantissimi gol".
Ci sono altri attaccanti che studia più da vicino?
"Benzema. Lui è un altro capace di fare gol e saper giocare con i compagni, per questo mi è sempre piaciuto".
Oltre ai gol, Pio Esposito è molto bravo nella protezione del pallone che aiuta la squadra a salire e a giocare. Non ci sono molti attaccanti bravi a fare questo ‘lavoro sporco’…
"Credo che sia una caratteristica che ho sempre avuto fin dal settore giovanile, da lì a farlo in Serie B è un passaggio difficile: lo scorso anno ho subito molto la fisicità dei difensori, che cambiava molto dal campionato Primavera. La difficoltà maggiore è stato questo passaggio qui ma è una caratteristica che ho sempre avuto".
![Francesco Pio Esposito durante un ritiro della Nazionale.](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/sites/27/2025/02/Francesco-Pio-Esposito-Italia.jpg)
Lei e i suoi fratelli avete dimostrato gratitudine sia nei confronti della Voluntas Brescia che della gente del vostro rione di Castellammare: che legame ha con i luoghi e le persone della sua formazione?
"Il gesto per il rione Cicerone era una cosa che ci sentivamo di fare già da tanto tempo ed era una promessa che avevamo fatto tempo fa. Appena abbiamo avuto la possibilità, diciamo logistica, quest’anno ci siamo riusciti. Ci siamo riusciti e siamo felicissimi. Lì è stato l’inizio di tutto e probabilmente quel campetto è stato il nostro insegnante. Noi passavamo intere giornate lì e ci è sembrato giusto un atto di riconoscimento, oltre a permettere ad altri bambini di fare lo stesso. La Voluntas è un progetto nato qualche anno fa fatto dai miei fratelli più mio padre ed è un gesto nei confronti di Roberto Clerici, che oggi non c’è più: lui ci prelevò dalla scuola calcio di Castellammare dopo averci visto. Tramite dei provini ci prese al Brescia e ci trasferimmo".
C’è questa discussione sull’assenza di attaccanti forti in Italia: cosa pensa di questo dibattito che, diciamolo pure, è molto più mediatico che tra addetti di campo.
"Onestamente è una discussione che non mi appassiona. Penso solo al mio percorso e non penso a queste cose. Credo siano molto più mediatiche che altro, al momento in Serie A ci sono due italiani in cima alla classifica marcatori ed è un buon periodo. Secondo me ci sono attaccanti forti".
Un altro grande tema è quello dell’inserimento dei giovani: si passa dal volerli lanciare subito ‘perché così fanno negli altri paesi’ a ‘non ne abbiamo di forti come gli altri’. Lei che idea si è fatto?
"Secondo me è una cosa che parte da molto prima. In Spagna hanno i centri di formazione che li porta ad essere pronti prima rispetto a noi, hanno una gestione diversa da quando sono piccoli. All’estero, in generale, lavorano diversamente sui settori giovanili e li inseriscono prima nelle prime squadre per dargli il tempo di adattarsi e di adeguarsi. Da noi non mancano giovani interessanti ma vengono fuori un po’ più tardi".
Si è parlato spesso in queste settimane della possibilità che l’Inter la porti al Mondiale per Club la prossima estate: ci sta pensando a questa ipotesi?
"In questo momento non c’è nessun altra idea che tornare in Serie A con lo Spezia. Tutto quello che succede dopo lo vedrò dopo".
Se dovesse fare un viaggio nel futuro, tra tre anni, Francesco Pio Esposito dove si vede?
"È una domanda a cui non ti so rispondere perché nel calcio ogni anno può cambiare tutto. È impossibile per me, ma credo anche per gli altri".