Foto scattate in un locale, denunciati 2 calciatori dell’Inter: “Se crei problemi sai cosa ti può succedere”
La denuncia di un 35enne friulano presentata attraverso lo Studio Legale Tutino nei confronti di due calciatori dell'Inter ha fatto scattare le indagini della Procura di Milano su quella serata del 6 gennaio scorso che, stando alla versione dei fatti raccontata dal querelante, si sarebbe conclusa male.
Cosa è successo alle 4.15/4.30 del mattino nella discoteca Hollywood in Corso Como, in occasione di una festa privata alla quale erano stati invitati diversi calciatori di Serie A? Il giovane avrebbe subito un atteggiamento intimidatorio e minacce (presunte) da parte dei giocatori nerazzurri che, pensando di essere stati fotografati oppure filmati in un momento personale, lo avrebbero indotto a uscire dal locale perché mostrasse loro il contenuto del suo cellulare.
Nonostante il suo diniego, avrebbero voluto verificare di persona se diceva la verità oppure no, se nella memoria del suo telefono ci fossero veramente raccolti scatti rubati o una breve clip. La sua parola non bastava, non gli credevano. Ecco perché avrebbero preteso di vedere lo smartphone per verificare se in possesso di immagini non autorizzate.
"Una volta fuori e ottenuto lo sblocco del cellulare hanno iniziato a cercare le foto – ha spiegato Simone Tutino, portavoce dello Studio Legale, sul caso che ha in incarico l'avvocato Francesca Tutino -. Hanno perfino visionato le sue immagini personali e quelle dei profili social. Ma non hanno trovato nulla perché non c'era nulla".
Com'era nato il sospetto. Tutto è iniziato quando il giovane ha attivato la torcia del proprio telefono: lo aveva fatto per leggere meglio lo scontrino e verificare il prezzo della consumazione che aveva ordinato. Poco dopo, un uomo alto e dai capelli chiari (che viene descritto biondo) si è avvicinato per chiedergli cosa aveva fatto, se aveva approfittato di quella situazione per scattare foto oppure riprendere video dei suoi amici giocatori
La risposta negativa non è stata sufficiente. È stato allora che al giovane si sarebbero avvicinati anche i calciatori in questione con la pretesa di vedere il cellulare. E lo avrebbero fatto su una rampa all'esterno del locale.
"La situazione è stata molto imbarazzante. Il nostro assistito non ha opposto resistenza. E quando hanno finito gli hanno chiesto per quale squadra tifasse. Volevano che inveisse dicendo ‘Milan m….', ma lui non l'ha fatto. E gli hanno detto anche: se crei problemi sai che cosa ti può succedere".
Le intimidazioni denunciate. È l'altro aspetto della vicenda che sarebbe stato corredato da frasi del tipo "Se crei problemi sai cosa ti può succedere", sarebbe l'espressione pronunciata da uno dei calciatori. "Adesso rischiano di essere indagati avendo agito con violenza e violato la privacy del nostro assistito".
L'inchiesta è iniziata: "Abbiamo consegnato in custodia il telefono del nostro assistito per il rilevamento dattiloscopico, la verifica delle impronte. E adesso occorrerà del tempo per il regolare svolgimento delle indagini. Intanto, al nostro assistito è stato negato l'accesso al locale dov'è tornato sabato scorso. Gli è stato detto che non potrà entrare fino a quando non ritirerà la sua denuncia. Ma noi siamo intenzionati ad andare avanti, fino a contattare anche la Federcalcio".