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Foggia in lutto: è morto l’ex presidente Pasquale Casillo

L’ex patron del Foggia dei miracoli, malato da tempo, si è spento nelle scorse ore nell’ospedale di Lucera all’età di 72 anni. In carriera aveva anche guidato altre società come Salernitana, Bologna, e Avellino. La sua uscita definitiva dal calcio e dal club pugliese è arrivata nel 2012, dopo il mancato accesso ai playoff di Lega Pro dei rossoneri.
A cura di Alberto Pucci
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Una brutta notizia ha nelle ultime ore rovinato la giornata di molti tifosi del Foggia. All'età di 72 anni, è infatti morto a causa di una grave malattia Pasquale Casillo: ex presidente di quella formazione capace di entusiasmare tutti, grazie alla guida tecnica di Zeman e a giocatori come Signori, Baiano e Rambaudi. Nato nell'ottobre 1948 a San Giuseppe Vesuviano, ma da anni trapiantato a Foggia, Casillo era chiamato il ‘Re del Grano' e verrà da tutti i tifosi foggiani ricordato soprattutto come l'uomo che riuscì a costruire una squadra che, a cavallo fra gli anni '80 e '90, arrivò a toccare il cielo con un dito e a guadagnarsi la promozione in Serie A.

Il Foggia dei miracoli di Casillo e Zeman
Il Foggia dei miracoli di Casillo e Zeman

I guai giudiziari e il ritorno a Foggia

Grande amante del calcio, Casillo non è stato però soltanto il patron dei ‘Satanelli'. Già conosciuto come uno degli imprenditori più noti in Italia nei primi anni '90, l'ex patron rossonero nel corso della sua lunga carriera sportiva ha infatti guidato anche altre società (tra queste Salernitana, Bologna, e Avellino, con cui conquistò la promozione in Serie B nel 2003), prima di tornare a Foggia nel 2010 (con Zeman in panchina e Giuseppe Pavone come direttore sportivo) e lasciare definitivamente il calcio due anni dopo, in seguito alla mancata qualificazione ai play off di Lega Pro.

Al di là delle soddisfazioni e delusioni in ambito sportivo, Casillo ebbe a che fare anche con alcune vicissitudini giudiziarie durante il suo percorso imprenditoriale. Nel 1994 le sue società vennero infatti poste sotto sequestro e lui arrestato per presunto concorso esterno in associazione mafiosa. Un'accusa che venne archiviata soltanto 13 anni dopo, grazie all'assoluzione per "non aver commesso il fatto".

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