Focolaio Covid nel Leicester, interviene l’Asl di Napoli: “E speriamo di dargli due palloni”
Sette calciatori positivi al Covid e 3 membri dello staff lasciati in Inghilterra a scopo precauzionale. Il "cluster" Leicester s'è presentato a Napoli per la partita di Europa League con la rosa decimata dai contagi e lo spettro della variante "Omicron" che mette ansia anche nel mondo del calcio. La gara di Coppa è a rischio? L'Uefa non si è pronunciata al riguardo né ha fatto cenni a un'eventualità del genere sulla falsariga di quanto accaduto al Tottenham e alla sfida col Rennes di Conference League. Anche perché nel caso degli Spurs il numero dei calciatori e dei tesserati infetti è superiore (13, a corredo dell'ansia espressa da Conte).
Cosa accadrà qualora dovessero emergere nuovi casi? L'Asl partenopea s'è mossa in via ufficiale per tenere monitorata l'evoluzione della situazione e ha chiesto al club inglese, in via del tutto cautelativa e di prevenzione, di sottoporre i giocatori a un nuovo giro di tamponi. La risposta è stata inizialmente negativa e, secondo quanto si apprende da fonti Asl, il medico della squadra sta valutando se farli in base alla indagine epidemiologica già effettuata prima di mettersi in viaggio verso l'Italia.
Cosa vuole dire? Se lo staff sanitario degli inglesi ritiene sufficiente il giro di test già svolti e di non dover effettuare ulteriori tamponi, non c'è alcun obbligo di eseguirli. Tutto a poco più di 2 ore dal fischio d'inizio del match in programma al "Maradona" alle 18.45. Un incontro decisivo per le sorti del girone e determinare qualificazione diretta (in caso di primo posto) oppure la direzione obbligata dei playoff con le terze retrocesse dalla Champions per accedere agli ottavi di finale.
Ad annunciare il focolaio Covid scoppiato nella squadra era stato l’allenatore Brendan Rodgers che nella conferenza stampa aveva svelato come nelle ultime 48 ore ci fosse stata l'esplosione preoccupante di casi e la rinuncia a Lookman, Amartey, Iheanacho, Vestergaard, Perez, Benkovic e Daley-Campbell. Tutti contagiati e fuori dalla lista dei convocati. La richiesta dell'Asl napoletana di effettuare un ulteriore test non è stata presa di buon occhio dal Leicester. Il protocollo, infatti, non prevede la necessità di sottoporsi a un altro giro di tamponi prima della partita. È sufficiente la negatività che risulta dal test molecolare volto prima della partenza.
In buona sostanza, come indicato dalla stessa Uefa, ne basta anche uno 48 ore in vista del match ma la preoccupazione scaturita dalla recrudescenza dell'emergenza sanitaria e la paura che il focolaio Leicester evolva in un cluster pericoloso ha spinto le autorità campane a chiedere nuovi esami nell'immediata vigilia dell'incontro. "Mi auguro che stasera più dei tamponi daremo due palloni agli inglesi. Al di là degli scherzi stiamo applicando la prassi, rispettiamo le norme come sempre – le parole del direttore Asl Napoli 2, Antonio D'Amore, a Radio Punto Nuovo -. Oggi ancora di più è importante che rispettiamo le regole per la prevenzione. Il Leicester rappresenta un possibile focolaio, obbligatorio che si sottopongano ai tamponi. Attualmente in Italia rispetto agli altri Paesi europei la situazione è abbastanza sotto controllo".