Flachi rientra in campionato il 13 febbraio: “Torno con una voglia immensa di sfondare la rete”
Lo scorso 12 gennaio è terminata la squalifica di 12 anni di Francesco Flachi, trovato positivo per la seconda volta alla cocaina nel dicembre del 2009 dopo un Brescia-Modena di Serie B. L'attaccante toscano era recidivo, in quanto già positivo alla stessa sostanza due anni prima, quando vestiva la maglia della Sampdoria, di cui è stato colonna per 8 anni. Fermato una prima volta per 24 mesi e tornato a giocare ad inizio 2009 con l'Empoli, Flachi ci era ricascato dopo il trasferimento al Brescia e in quella occasione aveva evitato la radiazione, ma non il lungo stop che ha significato di fatto la conclusione della sua carriera ad alto livello.
In quel momento Flachi aveva 34 anni, oggi ne ha 46 e dopo aver scontato la pena scalpita per tornare in campo: accadrà il prossimo 13 febbraio, nel campionato di Eccellenza toscana con la maglia del Signa, squadra vicino Firenze di cui è anche dirigente e che affronterà il Prato 2000. L'annuncio già c'era stato lo scorso anno, il rientro sarebbe dovuto avvenire domenica 16 gennaio contro la Massese, ma è slittato visto che i campionati sono stati sospesi per il Covid: adesso finalmente ci siamo.
L'entusiasmo del talentuoso attaccante è debordante, Flachi non vede l'ora: "Sono tornato un bimbo, debutto il 13 febbraio se il mister me lo concederà – spiega tutto sudato al Corriere della Sera dopo aver concluso l'allenamento, scherzando anche sulla pesante sanzione scontata – I 12 anni di squalifica mi hanno fatto bene al corpo e allo spirito… Una pena che ho appena scontata per intero, senza drammi e vittimismi. Tutta colpa mia, mi sono complicato la vita, ho buttato alle ortiche una bella carriera ma non ho mai smesso di combattere. Troppi 12 anni di squalifica? Chi sbaglia deve pagare. E adesso torno in campo con una voglia immensa di sfondare la rete".
Flachi si sente come un ragazzino all'esordio, nei suoi occhi c'è la gioia di chi torna a fare la cosa che più ha amato nella propria vita: "Se entro voglio fare gol. Mi sento bene, corro e mi diverto. Non vedo l'ora di scendere in campo. Il passato? Mai dimenticare. Il dolore ti aiuta a cambiare, a crescere. I primi anni di squalifica sono stati tremendi. Ti mancano gli stadi, l'agonismo, i tifosi. Qualcuno mi trattava da drogato. Ho sbagliato un paio di volte ma non sono mai stato un tossicodipendente. Mi sono ricostruito, ho scritto un nuovo capitolo della mia vita".
Negli anni della squalifica l'attaccante toscano, che vanta una convocazione in Nazionale nel 2004 senza scendere in campo, aveva aperto una paninoteca e un ristorante a Firenze assieme all'amico ed ex calciatore Luca Saudati: "Uno dei locali era aperto di giorno, l'altro di sera e c'era da faticare. Nella mia vita non avrei mai pensato di fare il paninaro e invece mi sono anche divertito. Poi arrivavano i tifosi, mi sostenevano, mi davano forza il coraggio. Ma il calcio ce l'avevo ancora in testa. Facevo l'opinionista in una radio locale e continuavo ad allenarmi per prepararmi al nuovo debutto. Ho superato momenti bui. Quegli anni mi hanno insegnato a non buttarmi via. Grazie anche ai miei figli Tommaso e Benedetta (15 e 20 anni rispettivamente, ndr). Il futuro? A giugno inizierò il corso per diventare allenatore, ma mi sento ancora un calciatore e dunque mi metto sul mercato. Ho tanta voglia, fiato e un bel piede da poter sfondare le reti".