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Fischiare Donnarumma è grottesco: una pantomima ridicola che non meritava nessuno

Fischiare Donnarumma, il calciatore che tre mesi fa osannavamo come il salvatore della patria, è ridicolo e non ha alcun senso, se lo si fa mentre indossa la maglia della Nazionale. A San Siro poi il fatto è stato ancora più grottesco perché i fischi iniziali sono diventati brusio di speranza alla fine, quando cercavamo di pareggiare la partita con la Spagna.
A cura di Jvan Sica
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Nella storia dell'Italia era successo altre volte che uno stadio esprimesse contrarietà verso un calciatore o verso la Nazionale nel suo complesso. Una delle partite più “brutte” da questo punto di vista è stata quella giocata a Firenze nel gennaio del 1993 contro il Messico. Era un’amichevole poco importante, Firenze era nervosa perché la squadra andava male e a fine anno sarebbe andata in serie B, la Fiesole se la prendeva soprattutto con Sacchi, Matarrese e Baggio, il calciatore che era andato alla Juventus pochi anni prima. Ci furono fischi, cori contrari anche durante l’inno nazionale, un ambiente orribile che allontanò la città dove oltretutto c’è Coverciano dalla Nazionale. L’Italia tornerà a Firenze solo il 1° marzo 2006, dopo tredici anni di buio.

Contro la Spagna, Milano, o meglio ancora la parte milanista della città, ha di nuovo creato un clima assurdo nei confronti questa volta di un singolo calciatore, Gianluigi Donnarumma, a cui gli viene imputato di aver lasciato i rossoneri per andare nella migliore squadra al mondo, il Paris Saint Germain.

Nei tifosi i sentimenti di rabbia e delusione nei confronti di Donnarumma possono anche esserci e devono essere manifestati durante le partite della propria squadra o in caso di confronti diretti contro la squadra di Donnarumma, ma non ha alcun senso mettere in atto e assistere alla pantomima isterica vista contro la Spagna. Si giocava una partita importante, una semifinale di un torneo europeo e l’intera attenzione, anche mediatica, si è soffermata su quanti e chi fischiava Donnarumma, sull’effetto che faceva e su quanti invece lo applaudivano, in uno scontro in cui si volevano in qualche modo salvare le apparenze distrutte.

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Fischiare un calciatore della Nazionale tifando per la Nazionale è una schizofrenia senza senso, senza spiegazione, senza basi logiche. L’11 luglio Gigio Donnarumma era il re delle nostre notti, oggi è un bersaglio, quando ha parato l’ultimo rigore agli inglesi era il campione che tutti desideravano, oggi un traditore e basta.

Chiaro che i fischi venivano da un gruppo di persone, che quelle persone erano milaniste e che volevano evidenziare quello che per loro era uno sgarbo fatto da Donnarumma per il vil denaro. In teoria tutto ha una sua spiegazione, ma non si è nella realtà se non si vuole accettare che tutto questo sia serenamente reale, né più né meno che svegliarsi, respirare, bere, guadagnare di più, dormire. C’è anche chi dice no, ma sono così pochi che dovrebbero benedire e non giocare a pallone.

Fischiare un calciatore della Nazionale inoltre, non per eventuali motivi tecnici e atletici, è per di più una barzelletta se si va a finire come con Donnarumma. All’inizio i fischi erano molto compatti e “duri”, nell’ultima punizione battuta per cercare di recuperare il gol di svantaggio non esistevano più, persi nella speranza di un gol italiano, che magari proprio Donnarumma doveva far scaturire con un suo lancio lungo. Così il confine tra inutilità e grottesco si supera in un attimo.

Se si entra con questa testa negli stadi, cercando di danneggiare un tuo calciatore solo per un ipotetico sgarro subito, immaginarsi di silenziare chi attacca il diverso (da cosa poi, lo sa solo chi fischia) sembra davvero una missione impossibile.

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