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Fischia un rigore e viene sommerso di insulti razzisti, l’arbitro se ne va: “Cultura becera”

Fischia un rigore e viene sommerso da insulti razzisti: l’arbitro ha sospeso la partita e ha lasciato il campo. L’episodio si è verificato durante la partita di Seconda Categoria veneta tra Bessica e Fossalunga. Il direttore di gara, Mamady Cissé, ha fischiato la fine ed è andato via.
A cura di Vito Lamorte
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Sommerso da insulti razzisti per aver fischiato un calcio di rigore contro la squadra di casa nel finale di partita. Questo è accaduto durante l'incontro di Seconda categoria veneta tra Bessica e Fossalunga all'arbitro Mamady Cissè. Nei minuti finali della partita giocata a Loria, il fischietti nato nel 1987 in Guinea ed appartenente alla sezione Aia di Treviso dal 2016, ha indicato il dischetto del rigore ma dopo gli insulti ricevuti dagli spalti ha deciso che il match poteva chiudersi al minuto 87 sul risultato di 1-1. A riportare il triste episodio è il quotidiano La Tribuna di Treviso.

I dirigenti delle squadre hanno affermato che la scelta del direttore di gara ha sorpreso tutti e che non c'è stato nessun avvisa ai capitani prima di lasciare il campo. Ha fischiato tre volte ed è andato nello spogliatoio: Cissé ha compilato il referto e ha lasciato il campo senza parlare con l'osservatore arbitrale presente. Sul risultato della gara ed eventuali sanzioni deciderà il Giudice sportivo di Treviso. I giocatori sono rimasti in campo per una decina di minuti sperando in un ripensamento del direttore di gara: la decisione era stata presa.

Nell'ottobre del 2018, Mamady Cissé era stato vittima di un altro episodio di razzismo in occasione di una partita del campionato Juniores Provinciale e il protagonista in negativo fu un dirigente del Biancade Carbonera durante la partita contro l'Arcade.

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Sull'accaduto si è espresso anche il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, a margine della presentazione del report dell'AIC: "Bisogna dire basta ad aggressioni agli arbitri soprattutto giovani. C'è stato un caso di un ragazzo in seconda categoria, per un rigore concesso non può interrompere partita per cori razzisti. Io oggi sono Cissé, tutto il calcio e Cissè e deve combattere questa forma di cultura becera che deve essere espulsa dal nostro sistema. Le norme ci sono, quello che serve è una maggiore collaborazione dei protagonisti mondo del calcio e dello sport con sanzioni più forti". 

Mamady Cissè è nato in Guinea nel 1987 ed è arrivato in Italia con la volontà di aiutare la sua famiglia e il percorso di studi del fratello gemello, che è diventato medico in Francia. Nel 2010 si è sposato e con la moglie ha deciso di prendere in affidamento 10 bambini della Guinea, ai quali fornisce casa, cibo e la possibilità di studiare. Due di loro adesso sono in Italia, e la famiglia Cissè si è allargata a 4 figli.

DalDal dicembre 2016 è un arbitro della sezione Aia di Treviso e in un'intervista alla rivista “L’Arbitro” rilasciata qualche tempo fa disse: “Per me essere arbitro ha un significato fondamentale, mi ha aiutato a integrarmi in una seconda famiglia, a crescere e a maturare, posso restituire ai giovani quello che mi è stato donato, trasmettendo loro la mia grande passione per l’arbitraggio”.

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