Firenze si ribella: cori e striscioni contro Federico Chiesa dopo la cessione alla Juventus
A poche ore dalla fine del calciomercato, quando molti si erano già convinti che non sarebbe più partito, Federico Chiesa ha invece firmato con la Juventus. Una notizia che ha ovviamente surriscaldato Firenze, dove il popolo viola ha reagito alla cessione con indignazione e rabbia. Il passaggio ai bianconeri dell'attaccante, non è stato infatti digerito e nelle ultime ore è stato anche accompagnato dalle urla rivolte al ragazzo all'uscita delle visite mediche svolte per il club campione d'Italia, e da alcuni striscioni comparsi in città e fuori dall'Artemio Franchi di Firenze.
L'ultimo drappo bianco, vergato di rosso rabbia, è infatti ancora in bella mostra di sé davanti allo stadio gigliato e testimonia bene lo stato d'animo della tifoseria della Fiorentina, nei confronti di chi ha portato la fascia di capitano nell'ultimo match dei viola: "Tradire chi ti ha cresciuto e protetto, è la più grande mancanza di rispetto". Un messaggio inequivocabile, arrivato a poche ore da quello apposto a fianco: "Firenze non è più casa tua…infame".
Una rivalità accesa dalla partenza di Roberto Baggio
L'operazione di mercato ha dunque dato nuova linfa ad una rivalità storica, cominciata addirittura nel 1928 quando i bianconeri umiliarono gli avversari con un 11-0, e passata da altri momenti di attrito come lo scudetto del 1982, la finale Uefa del 1990 e il famoso passaggio di Roberto Baggio ai bianconeri: una cessione che fece addirittura scendere in piazza i tifosi viola, e che scatenò diversi scontri tra ultrà e forze dell'ordine nel capoluogo toscano.
Ma Roberto Baggio e Federico Chiesa non sono le uniche due bandiere ammainate (e virtualmente bruciate) dalla tifoseria viola. Tra il ‘Divin Codino' e il figlio d'arte, ci sono state infatti anche altre due cessioni alla Juventus che alle latitudini di Firenze hanno fatto discutere: quello di Federico Bernardeschi e, dodici anni prima, quello di Giorgio Chiellini. Due giocatori ai quali non è mai stato perdonato il passaggio alla rivale più odiata.