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Fiorentina, beffa in Conference al 116°: gol convalidato dal Var dopo 5′, l’Italia non avrà 9 squadre nelle coppe

A quattro minuti e mezzo dalla fine del secondo tempo supplementare El Kaabi segna la rete che gela la Fiorentina e i tifosi. E fa ancora più male perché il lungo controllo al Var per una presunta posizione di fuorigioco.
A cura di Maurizio De Santis
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A quattro minuti e mezzo dalla fine del secondo tempo supplementare El Kaabi segna la rete che gela la Fiorentina e i tifosi. Regala la coppa della Conference all'Olympiacos. E fa ancora più male perché il lungo controllo al Var per una presunta, minima, posizione di fuorigioco tiene tutti col fiato sospeso. Dopo cinque minuti arriva la comunicazione dell'arbitro: la rete è buona, è il colpo di grazia. La Viola protestava invece per un contatto falloso dell'attaccante con Ranieri, ingannati anche dall'arbitro che aveva portato anche il fischietto alla bocca. Poi la doccia gelata.

Maledizione, ancora una volta nel finale. Fu così a Praga l'anno scorso al 91°, che beffa all 116° ad Atene. A vincere il trofeo è l'Olympiacos: dopo aver battuto Mourinho e la Roma, Mendilibar castiga un'altra italiana alla guida dei greci con un calcio semplice.

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La Fiorentina perde dopo una finale intensa, equilibrata con l'Olympiacos. Perde col brivido e per una situazione che forse poteva esswere controllata meglio. Perde perché è mancato il guizzo decisivo, è mancata la qualità e la capacità di fare la differenza quando serve. È mancata la scintilla. Non c'è stato il trionfo viola, solo profonda amarezza. Nulla da fare per il calcio italiano: non c'è stato il bis successo dell'Atalanta e l'anno prossimo non saranno 9 le formazioni che dalla Serie A accederanno alle competizioni continentali per club. Non sale sul treno in corsa il Torino di Juric, saranno ancora i toscani a essere ai nastri di partenza della Conference.

Palla sprecata in maniera clamorosa. Italiano mette le mani in testa e nello sguardo gli leggi cosa sta dicendo dentro di sé: ma come ha fatto a sbagliare? Ce l'ha con un in particolare. Chi? Dodo lavora palla, serve Nzola al centro che a sua volta innesca Kouamé che ha spazio per controllare, è libero di calciare anche se in posizione più defilata (sulla sinistra) ma, forse a causa della foga, fallisce la conclusione smorzando il tiro col destro con buona pace di Tzolakis che può parare senza patemi. Non sarà l'unica: peccherà in freddezza anche Bonaventura che ha sul piede la palla da piazzare nel modo migliore ma calcia male.

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Sul filo del rasoio. È così che viene giocata tutta la prima frazione, secondo un copione noto: la Fiorentina prova a fare gioco, l'Olympiacos lascia pure che il possesso sia degli avversari ma tiene i ranghi serrati, le corsie laterali blindate e prova a colpire in contropiede. È la squadra di Mendilibar ad avere la prima occasione con Podence, poi c'è una doppia opportunità per Bonaventura. Ma non c'è una vera e propria occasione da rete per sbloccare il match. Brivido lungo la schiena quando Terracciano deve dare un saggio delle proprie qualità intervenendo su Podence e in uscita su El Kaabi nel primo tempo e poi sfoderando una grande parata sull'ex Jovetic nella ripresa (destro a giro sul secondo palo).

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Tensione sugli spalti. Succede alla fine del primo tempo quando un gruppetto di tifosi greci prova a spingersi oltre il cordone di agenti che li separa da quelli italiani. I disordini durano qualche minuto, la polizia prende subito il controllo della situazione. In campo, però, i calciatori della Fiorentina, notati i tafferugli, corrono sotto il settore destinato ai viola perché preoccupati per l'incolumità delle loro famiglie.

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