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Fiorentina, addio polemico di Montella: “Ho fatto da parafulmine, i programmi erano altri”

Vincenzo Montella, dopo essere stato esonerato, ha pubblicato una lettera di addio tramite il suo profilo di Instagram e si è tolto qualche sassolino dalla scarpa in merito alla programmazione dell’annata e della rosa: “Firenze e i fiorentini meritano qualcosa in più. Volevo una squadra di giocatori fatti, nessuno mi ha mai posto obiettivi”.
A cura di Vito Lamorte
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Vincenzo Montella non è più l'allenatore della Fiorentina da questa mattina. L'ex Aeroplanino è stato esonerato dopo la brutta sconfitta casalinga di ieri sera contro la Roma e dopo il comunicato della società toscana di poche ore fa lo stesso allenatore napoletano ha voluto lasciato una lettera di addio a Firenze, ai tifosi e al club tramite i social network. Montella accetta la decisione ma la vena polemica del post è evidente e, difatti, l'ex allenatore si toglie qualche sassolino dalla scarpa in merito alla programmazione dell'annata e della rosa. I nomi per sostituirlo sono quelli di Beppe Iachini, Luigi Di Biagio e Cesare Prandelli ma il sogno resta Luciano Spalletti.

Montella: Nessuno ha mai posto obiettivi

Montella, dopo essere stato esonerato, ha scritto una lettera di addio che è stata pubblicata sul suo profilo di Instagram:

Ci sarebbero tantissime cose da dire, ma preferisco guardare avanti e raccontare il mio stato d’animo, il mio dispiacere. Firenze e i fiorentini meritano qualcosa in più. Da tutti. Non c’è alcun dubbio. E sarà una piazza, una tifoseria, un popolo che resterà per sempre nel mio cuore. Sono stati commessi degli errori. Da me, dal mio staff, da chi scende in campo. Ma probabilmente non solo da noi. Avrei voluto una squadra di calciatori fatti, mista a giovani di talento. Ma l’indicazione era di puntare sui ‘nostri’ giovani e su calciatori esperti. E forse proprio alla luce di questo nessuno mi ha mai chiesto nulla, nessuno ha mai posto un obiettivo stagionale: nè la proprietà, nè i dirigenti. Che fosse un anno di transizione era chiaro. Ed in queste annate ci sono momenti belli e meno belli, che vanno affrontati insieme. Aspettavamo gennaio per rivedere la rosa, inserire qualche calciatore e alzare il livello di competitività. L’analisi dei problemi era comune e condivisa. Perché a prescindere da me il problema c’era e probabilmente c’è. Sarei un bugiardo se dicessi che non mi dispiace lasciare un percorso a metà, perché sono convinto che con qualche correzione, nel girone di ritorno, avremmo fatto meglio. Lo dimostra il rendimento della squadra, quando al completo. Ringrazio il mio staff, ringrazio chi lavora dietro le quinte, ma soprattutto ringrazio i miei calciatori, che mi hanno seguito dall’inizio alla fine e dandomi tutto quello che avevano. Uomini veri, dal più piccolo al più grande. Sempre. Resta il rammarico, ma anche la gratitudine nei confronti di chi ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di sedere sulla panchina della Fiorentina. Auguro il meglio al mio successore, al presidente Commisso, uomo straordinario, a Joe Barone, sempre disponibile, leale e innamorato della Fiorentina, e al resto dei dirigenti. Oggi è giusto che sia io a pagare, a fare da parafulmini. E va bene così. Ho le spalle larghe. Per il resto sono certo che mi rialzerò ancora una volta. Come ho sempre fatto da calciatore, da allenatore, da uomo.
Intanto GRAZIE Fiorentina. Sarò per sempre dalla tua parte.

Ci sarebbero tantissime cose da dire, ma preferisco guardare avanti e raccontare il mio stato d’animo, il mio dispiacere. Firenze e i fiorentini meritano qualcosa in più. Da tutti. Non c’è alcun dubbio. E sarà una piazza, una tifoseria, un popolo che resterà per sempre nel mio cuore. Sono stati commessi degli errori. Da me, dal mio staff, da chi scende in campo. Ma probabilmente non solo da noi. Avrei voluto una squadra di calciatori fatti, mista a giovani di talento. Ma l’indicazione era di puntare sui ‘nostri’ giovani e su calciatori esperti. E forse proprio alla luce di questo nessuno mi ha mai chiesto nulla, nessuno ha mai posto un obiettivo stagionale: nè la proprietà, nè i dirigenti. Che fosse un anno di transizione era chiaro. Ed in queste annate ci sono momenti belli e meno belli, che vanno affrontati insieme. Aspettavamo gennaio per rivedere la rosa, inserire qualche calciatore e alzare il livello di competitività. L’analisi dei problemi era comune e condivisa. Perché a prescindere da me il problema c’era e probabilmente c’è. Sarei un bugiardo se dicessi che non mi dispiace lasciare un percorso a metà, perché sono convinto che con qualche correzione, nel girone di ritorno, avremmo fatto meglio. Lo dimostra il rendimento della squadra, quando al completo. Ringrazio il mio staff, ringrazio chi lavora dietro le quinte, ma soprattutto ringrazio i miei calciatori, che mi hanno seguito dall’inizio alla fine e dandomi tutto quello che avevano. Uomini veri, dal più piccolo al più grande. Sempre. Resta il rammarico, ma anche la gratitudine nei confronti di chi ha creduto in me e mi ha dato la possibilità di sedere sulla panchina della Fiorentina. Auguro il meglio al mio successore, al presidente Commisso, uomo straordinario, a Joe Barone, sempre disponibile, leale e innamorato della Fiorentina, e al resto dei dirigenti. Oggi è giusto che sia io a pagare, a fare da parafulmini. E va bene così. Ho le spalle larghe. Per il resto sono certo che mi rialzerò ancora una volta. Come ho sempre fatto da calciatore, da allenatore, da uomo. Intanto GRAZIE @acffiorentina. Sarò per sempre dalla tua parte 💜. Vincenzo Montella

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