Festini e orge pagati con i soldi della federcalcio: scoppia lo scandalo in Spagna
Uno scandalo nato già nella Primavera di quest'anno e che ha scatenato feroci polemiche verso la gestione della Federcalcio spagnola, la sua dirigenza e qualche illustre giocatore di prima fascia della Liga, Gerard Piquè già coinvolto nel tourbillon di rivelazioni, registrazioni audio e testimonianza nell'inchiesta aperta da parte del Tribunale di primo grado e istruzione numero 4 di Majadahonda (Madrid) nei confronti della Federcalcio spagnola (RFEF), nella figura del suo massimo esponente, il presidente Luis Rubiales. Che adesso torna a essere investito da nuove pesanti accuse, riportate dai verbali che "El Mundo" è riuscito ad avere e ha rivelato, da parte di suo zio, Juan Rubiales nonché ex capo di Gabinetto federale e già inserito da tempo nelle trame politiche ed economiche del calcio spagnolo.
Il filo conduttore di fondo è lo sperpero di soldi pubblici, l'utilizzo non autorizzato ed illecito di fondi per pagare spese e gestioni esterne, poi messe sul conto della RFEF, con l'accondiscendenza e il diretto coinvolgimento di Luis Rubiales. Tutto il lavoro di Juan era indirizzato ad un unico preciso scopo: "rendere la vita facile al presidente, il che significava organizzare e coordinare trasferte, agenda, relazioni istituzionali e organizzazione del consiglio di amministrazione, assemblee…" si legge nelle dichiarazioni a verbale. Persino festini privati tra cui uno in particolare, "in uno chalet privato a Salobreña all'inizio del 2020". Proprio in merito a ciò, i ricordi di Juan si fanno improvvisamente precisi: "Una struttura esclusivamente messa a disposizione per il godimento suo [del presidente Luis, ndr] e dei collaboratori più stretti, pagando le spese con le carte aziendali della stessa RFEF. Ci fu anche la presenza di un gruppo di otto o dieci ragazze che è stato invitato a quella festa…" la stessa che lo stesso "El Mundo" definisce una vera e propria "orgia".
Nelle parole di Juan, dunque, si evidenzia tutto il malaffare del nipote presidente, Luis (tuttora in carica dal 2018), che lo aveva eletto capo di Gabinetto della RFEF – ruolo che ha ricoperto regolarmente "da giugno 2018 ad agosto 2020, quando è stato licenziato" – per il quale ha ammesso che doveva sempre "trovare le formule giuste perché i soldi federali raggiungessero suo padre e che trovare il modo di fare uscire il denaro della RFEF. Si sarebbe trattato solamente di qualche giorno di lavoro, nulla di più ma non è stato così". E di fronte al gran rifiuto di Juan, Luis avrebbe deciso di licenziarlo in tronco, "dicendomi di uscire dalla Federcalcio e di non volere più nulla a che fare con me".
Dunque, soli panni sporchi di famiglia sventolati pubblicamente? Difficile che lo scandalo si possa ridurre marginalmente ad una situazione del genere perché i contorni sono ben più ampi. E si ritorna ancora alle deposizioni di Juan Rubiales che affonda il carico parlando di lotte intestine scatenate dal presidente, contro l'Associazione dei calciatori spagnoli – di cui avrebbe provato a prenderne la presidenza senza riuscirci, nel 2010 – "contro David Aganzo , presidente dell'AFE ha assunto un'agenzia investigativa per seguire e scoprire chi incontrasse, con chi parlasse, chi lo sostenesse. Il tutto" riporta El Mundo attraverso i verbali "con il pagamento per quei servizi di sorveglianza effettuato tramite una società che successivamente ha addebitato i costi alla RFEF".
A queste nuove rivelazioni, si devono poi aggiungere quelle già oramai tristemente note che aveva anticipato "El Confidencial" lo scorso aprile, alzando il coperchio sul torbido rapporto e i contatti tra la Federcalcio spagnola e la "Kosmos", un'azienda fondata da Gerard Piqué, che si accordarono per il trasferimento della Supercoppa iberica in Arabia Saudita spartendosi ingenti somme di denaro. Stando agli audio "rubati", presidente Rubiales e il difensore del Barcellona avevano tessuto un accordo complessivo per sei anni, per un valore garantito di 240 milioni totali, negoziando una commissione complessiva da 24 milioni di euro proprio a favore della "Kosmos", la società di Piqué.
Ovviamente, di fronte alle nuove rivelazioni de "El Mundo", la Federcalcio spagnola ha risposto immediatamente con una smentita ufficiale: "L'intervento integrale di Juan Rubiales riportato oggi dal quotidiano El Mundo – si legge nella nota federale – è ancora una volta un nuovo esercizio di falsità e manipolazione da parte di un ex dipendente federale mosso dal dispetto, nonché dalle sue alleanze dimostrate e riconosciute da chi cercare un costante deterioramento dell'immagine del presidente della RFEF". E a proposito dell'accusa diretta e tra le più infamanti, ovvero quella del festino a tinte fosche a Salobreña, il tutto viene ridimensionato ad una semplice "convivenza di pianificazione e organizzazione tra i dirigenti federali. Nella città di Salobreña l'alloggio in questione era interamente pagato da ciascun assistente, compreso il presidente Juan Rubiales e né i dipendenti né la RFEF ha commesso irregolarità. Né in quella data né in nessun'altra – conclude il comunicato – un solo euro è stato dedicato ad altre questioni differenti all'attività federativa", ragazze comprese.