Ferrero in lacrime a San Vittore: “Vorrei sentire i miei figli piccoli e chiamare Quagliarella”
Il Massimo Ferrero che si mostra al consigliere regionale che ieri è andato a trovarlo nel carcere di San Vittore – dove è recluso da lunedì scorso – è un uomo provato, che quando parla dei propri figli piccoli si commuove e fa fatica a proseguire. Il patron della Sampdoria è oggetto della massima misura cautelare, la prigione, laddove agli altri cinque arrestati – tra cui la figlia Vanessa e il nipote Giorgio – sono stati concessi i domiciliari. Nel suo caso no, e non perché possa fuggire, ma perché la Procura di Paola – che lo accusa di bancarotta fraudolenta e reati societari, con distrazione di 13 milioni complessivi dalle sue aziende calabresi fallite – ritiene elevatissimo il pericolo di reiterazione delle condotte criminose ascrittegli.
All'inizio della prossima settimana il Tribunale del Riesame di Catanzaro fisserà la data dell'udienza per decidere se accogliere o meno la richiesta dei legali di Ferrero di attenuare il provvedimento cautelare, concedendo i domiciliari anche al 70enne imprenditore e produttore cinematografico romano. L'obiettivo è quello di fargli trascorrere il Natale in famiglia, un argomento che incrina la voce dell'ormai ex presidente doriano: "Vorrei sentire i miei figli (quelli più piccoli, di cinque e otto anni, avuti dall'attuale compagna, ndr). Non ci sono ancora riuscito. Quando ho chiamato l’ultima volta, loro non c’erano. Reggo questa situazione solamente per loro. A 70 anni, trovarmi qui mi fa crollare il mondo addosso e non riesco a farmi una ragione di tutto questo".
La chiacchierata con chi è andato a trovarlo, riportata dalla Gazzetta dello Sport, descrive una persona afflitta e tormentata, che evidentemente mai avrebbe pensato che la vita gli avrebbe presentato il conto a questo punto: "Perché mi trovo qui? – ripete sospirando – Sono preoccupato, perché ho 600 dipendenti sotto di me che adesso rischiano di non avere più un lavoro. E poi ho un altro grande pensiero, i miei figli…". Ferrero racconta che sta scrivendo un libro – "devo rimettere mano al titolo e al suo finale" – e trova anche la forza di scherzare quando chiede "di fare una telefonata a Quagliarella", il capitano della Samp al quale è molto legato e che in quel momento incarna per lui il pensiero rivolto all'intera squadra.
Ieri i giocatori hanno onorato al meglio i colori blucerchiati vincendo il derby contro il Genoa e sicuramente Ferrero ne avrà gioito avendone notizia dal televisore di cui dispone nella cella che si trova nel centro medico di San Vittore, dove è detenuto da solo in ossequio ai protocolli anti Covid che richiedono l'isolamento per i nuovi arrivati. Come ha detto il suo avvocato Pina Tenga a Fanpage, il produttore in carcere indossa indumenti della Sampdoria e lo conferma lo stesso Ferrero al suo interlocutore: "Queste cose le ho fatte fare io", dice indicando calzini e tuta che ha addosso.
Ferrero spende parole di stima per il personale del carcere milanese: "Devo fare i complimenti a chi dirige questa struttura. Sono dei signori, mi hanno trattato bene, fanno ottimamente il loro lavoro, sono soltanto sottopagati. In futuro vorrei realizzare un progetto proprio per il carcere". Meno belle quelle dedicate ad altri che invece sono fuori: "Tante persone, anche famose, che io conosco, non hanno mostrato vicinanza al mio caso neppure con una telefonata a mia moglie". Il pensiero adesso è soltanto uno: tornare a casa al più presto. Ci sono due bambini che lo aspettano per le festività.