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Arrestato Massimo Ferrero, ex patron della Samp

Ferrero ha provato a usare la cessione della Sampdoria per salvarsi, ma non c’è riuscito

Dal trust a cui sono state affidate le quote della Sampdoria erano attesi 33 milioni per prevenire «l’esperimento di azioni di responsabilità giudiziarie».
A cura di Benedetto Giardina
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Ha preso la Sampdoria gratis e ha provato a venderla per evitare quello che invece è accaduto. Massimo Ferrero è stato arrestato – per fatti estranei al club blucerchiato – e si è dimesso da presidente della società genovese, rilevata nel giugno 2014 dalla famiglia Garrone. Praticamente un regalo, perché gli stessi Garrone hanno provveduto a sanare i conti della Samp, lasciando pure in eredità un tesoretto da 65 milioni con cui portare avanti la gestione. Parallelamente all'attività calcistica, però, Ferrero deve fare i conti con i procedimenti giudiziari relativi ad altre sue società. Tra queste, quelle finite nel mirino della procura di Paola: Ellemme Group Srl, Blu Cinematografica Srl, Blu Line Srl e Maestrale Srl. Legami con la Sampdoria? Zero, ma proprio il futuro del club era diventato centrale per saldare i conti con questi quattro fallimenti.

Perché Ferrero ha provato a vendere la Sampdoria

La cessione della Sampdoria, tra le varie cose, serviva «estinguere ogni debito di Holding Max», ovvero la società attraverso cui Ferrero controlla tutti i suoi affari. È quanto riportato un anno fa dal Secolo XIX, dando notizia della costituzione del trust Rosan, nel quale sono confluite le quote della controllante del club doriano. Stando al verbale dell'assemblea, secondo quanto riportato dal quotidiano ligure, l'obiettivo del trust è quello di prevenire «l’esperimento di azioni di responsabilità giudiziarie, compresa la rinuncia ad ogni pretesa sia in sede civile che penale nei confronti di Giorgio, Vanessa, Massimo, Michela Ferrero» in merito a quattro società fallite: Ellemme Group, Blu Cinematografica, Blu Line e Maestrale, esattamente quelle per cui Ferrero è stato arrestato.

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Il limite di spesa è stato posto a 33 milioni, considerando anche gli altri concordati in essere (per Eleven Finance, Farvem e Abaco 101), con una scadenza fissata a 30 mesi dall’approvazione del piano. Con il ricavato della vendita della Sampdoria, dunque, Ferrero puntava a far scorrere i titoli di coda sulle questioni giudiziarie che sono nate sin da prima del suo ingresso nel mondo del calcio. Ingresso che, il 12 giugno 2014, coincise con la richiesta di patteggiamento ad un anno e dieci mesi per il fallimento della compagnia aerea Livingston, poi accolta nel febbraio 2016. Non è stata la sola società di Ferrero ad andare in crisi: Eleven Finance ha chiesto l'ammissione al concordato preventivo dopo un'istanza di fallimento presentata nel gennaio 2020 da un creditore, idem per Farvem (con istanza presentata da Lufthansa nel 2019), mentre Abaco 101 è stata dichiarata fallita l'8 gennaio 2020 dal tribunale di Padova dopo aver respinto il piano concordatorio.

Le trattative saltate col gruppo di Vialli

Tutte situazioni che Ferrero contava di risolvere cedendo la Sampdoria. Le trattative per la vendita del club, però, non sono andate a buon fine. L'unica apparentemente vicina alla chiusura è stata quella con Calcioinvest, società finanziata da Jamie Dinan (fondatore di York Capital Management) e Alex Knaster (attuale azionista di maggioranza del Pisa, in Serie B), rappresentata da quella che forse è stata la maggiore gloria blucerchiata sul terreno di gioco, Gianluca Vialli.

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Un nulla di fatto, dato che tra le parti non è mai stata trovata un'intesa sul prezzo comprensivo dei debiti da saldare. Una volta fatti scorrere i titoli di coda sulla trattativa, Ferrero ha destinato la Sport Spettacolo Holding, ovvero la controllante della Sampdoria, al fondo Rosan. Con l'obiettivo, per l'appunto, di racimolare il denaro necessario per chiudere ogni capitolo aperto sul fronte giudiziario. Quei 33 milioni che però non sono mai arrivati.

Sampdoria estranea ai fatti, ma con quale futuro?

La Sampdoria, estranea ai fatti, ha voluto precisare come tali vicende siano «del tutto indipendenti tanto rispetto alla gestione e alla proprietà della Società U.C. Sampdoria quanto rispetto alle attività romane di Ferrero e legate al mondo del cinema, già oggetto di procedura avanti al Tribunale di Roma». Ferrero, però, non ha potuto far altro che «formalizzare le dimissioni immediate dalle cariche sociali di cui sinora è stato titolare», dunque dalla presidenza del club blucerchiato, che ha convocato un Cda d'urgenza per ridisegnare i quadri amministrativi.

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Stando a quanto filtra dall'ambiente blucerchiato, il direttore operativo Bosco (a cui è affidata la gestione) avrebbe rassicurato i dipendenti. Sul futuro della Samp, però, i dubbi sono tutt'altro che sciolti. Le quote del club restano nel trust voluto proprio da Ferrero e la società resta in vendita, ma restano aperte le altre partite, specialmente quella su Eleven Finance. Un altro affare che potrebbe mettere er Viperetta ulteriormente nei guai.

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