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Feralpisalò tra sogno e realtà, la prima volta in Serie B senza tradire le sua identità

La promozione della Feralpisalò in Serie B è una pagina della storia del calcio italiano: un club portato avanti con idee e con un forte legame col territorio. A Fanpage.it hanno raccontato la società vissuta dall’interno il presidente Giuseppe Pasini, l’allenatore Stefano Vecchi e la bandiera Elia Legati.
A cura di Vito Lamorte
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Una volta usciti dalla galleria che si affaccia sul lago di Garda lo spettacolo della natura lascia senza fiato e ci si chiede perché ogni volta che viene pronunciato il nome Salò, comune della provincia di Brescia, subito la mente vola alla Magnifica Patria del 1300 o alla Repubblica Sociale, ultima incarnazione del regime fascista. Scendendo verso la cittadina che si affaccia sul più grande lago italiano i pensieri iniziano a prendere altre forme, perché si iniziano ad intravedere tante cose e una volta arrivati nei pressi dello stadio Lino Turina sono due i colori che la fanno da padrone.

Si tratta del verde e l'azzurro, che fanno riferimento alla Feralpisalò, il club gardesiano che lo scorso anno ha scritto il suo nome nella storia del calcio italiano riuscendo a salire di categoria e guadagnandosi per la prima volta la Serie B. Una prima assoluta per una società della provincia di Brescia in 120 anni ed è stata una sorpresa per tutti, visto che nessuno avrebbe messo i Leoni del Garda tra le papabili vincitrici del girone A della Serie C.

La Feralpisalò è nata nel 2009 dalla fusione tra l'A.C. Salò Valsabbia, società fondata nel 1985; e l'Associazione Calcio Feralpi Lonato di Lonato del Garda, nata nel 1963 con il nome di Pejo Lonato e rinominata dieci anni dopo a seguito dell'acquisizione da parte dell'industria Feralpi Siderurgica: il club è riuscito a prendersi questa promozione in seguito a diversi tentativi falliti e alla seminale play-off persa contro il Palermo la stagione precedente.

I gardesiani stanno giocando il primo anno nella seconda serie calcistica italiana a Piacenza dopo il rifiuto del Brescia per il Rigamonti ma il presidente Giuseppe Pasini sarebbe pronto per effettuare i lavori di ampliamento del Lino Turina, impianto dedicato ad un infermiere salodiano che dedicò parte della sua vita alla promozione del calcio nel proprio comune, e portare la cadetteria sulle rive del Garda.

Nonostante si sia parlato a più riprese di ‘miracolo' e ‘stagione trionfale', qui siamo di fronte ad un percorso portato avanti nel tempo e che nasce da lontano. Da diversi anni i Verdazzurri navigano nelle zone alte del girone A e nella stagione 2022-2023 hanno piazzato la zampata vincente.

Idee, forte legame col territorio e qualche errore. Fanno parte del viaggio anche loro, ma che spesso aiutano a capire dove e come si può migliorare.

Il presidente della Feralpisalò, Giuseppe Pasini.
Il presidente della Feralpisalò, Giuseppe Pasini.

Proprio il numero uno del club ai microfoni di Fanpage.it ha parlato del percorso fatto dal 2009 alla promozione in B: "La Feralpisalò in Serie B? Lo speravo. Non nego che era un sogno ma sapevo anche che vincere nel calcio è difficile. Abbiamo però sempre programmato, osato, ma mai troppo e mantenuto fede alla nostra identità. E questo credo che alla fine paghi".

Il club verdazzurro ha raggiunto questo successo portando avanti l’idea di un ‘calcio sostenibile’ e basato sull'impiego di tanti giovani. Questo non può che essere un motivo di orgoglio per il patron Pasini: "C'è grande soddisfazione per aver vinto con un calcio sostenibile, sì, ma soprattutto pieno di giovani: ne avevamo almeno tre ad ogni match, e spesso chiudevamo con sei-sette. Mi dicevano che sarebbe stato impossibile senza esperienza e, invece, i nostri ragazzi con l’aiuto di mister e Ds hanno compiuto un vero capolavoro".

Sono stati fatti anche alcuni errori con diversi avvicendamenti in panchina in questi quattordici anni ma sulle difficoltà maggiori che ha riscontrato il presidente della Feralpisalò ha attuato una divisione ben precisa che, però, fa capire bene il modo in cui lavora questa società :"A livello sportivo, il campionato: la Serie C è complicata, vince una squadra per girone, il livello è spesso equilibrato e i playoff sono una roulette, un campionato nel campionato. A livello corporate, ho imparato negli anni che non serve solo una squadra all’altezza in campo, ma soprattutto fuori, in chi lavora dietro le quinte per dare massima serenità e servizi al team".

Dell'annata strepitosa conclusasi con la promozione ha parlato a Fanpage.it anche Stefano Vecchi, ex allenatore della Primavera dell'Inter con esperienza anche al Carpi e al Sudtirol, che ha analizzato la vittoria anche da un punto di vista personale: "Un percorso di crescita anche per me fatto di alti, fortunatamente tanti, e bassi, pochi; che mi ha permesso di vincere anche la C1 visto che mi mancava dopo quelli di Promozione, Serie D e C2. In questo modo è arrivato anche il salto dalla C alla B. Quest’anno la B me la sono guadagnata sul campo, precedentemente me l’ero presa lontano dalle realtà dove sono andato. Da un punto di vista professionale è una vittoria importante, venuta in una realtà a sorpresa ma dietro c’è un percorso di crescita che viene da anni di lavoro. Abbiamo fatto un campionato di grande continuità, valorizzando tanti giovani e giocando con il minutaggio. Finora non era mai successo che qualcuno vincesse facendo il minutaggio e questa è un’altra vittoria delle strategie della società".

L'allenatore della Feralpisalò, Stefano Vecchi.
L'allenatore della Feralpisalò, Stefano Vecchi.

Il tecnico dei gardesiani l'anno precedente era stato eliminato in semifinale dei play-off e ha analizzato così la crescita fatta dalla sua squadra: “È cambiata la convinzione di potercela fare. Avevamo fatto già un campionato di livello l’anno prima (due stagioni fa, ndr) ma avevamo trovato sulla nostra strada il Padova e il Sudtirol che avevano probabilmente qualcosa in più di noi, oltre ad avere un percorso già avviato da tempo. Noi avevamo dato già dei segnali con qualche vittoria importante come quella col Pescara e la Reggiana ma poi ci siamo fermati col Palermo. C’è stata una fase di costruzione e una di riconoscimento su quello che potevamo fare. Non abbiamo fatto un campionato nettamente superiore o straordinariamente superiore rispetto all’anno prima ma siamo cresciuti nella convinzione di potercela fare. Eravamo convinti che ci saremmo giocati tutto con la Pro Sesto in casa all’ultima ma mentre noi continuavamo a fare risultati importanti gli altri hanno mollato un po’. Proprio per questo motivo è una vittoria di tutti, perché abbiamo avuto grande continuità e ognuno ha dato il suo contributo dal campo all’aspetto organizzativo. Ognuno ha dato qualcosa per arrivare a quell’obiettivo“.

Sulla differenza tra la Feralpisalò e le altre squadre che ha guidato in queste categorie, Vecchi non ha dubbi: "La Feralpisalò ha un progetto e vuole essere tra le migliori realtà del panorama professionistico, prima della Serie C e ora della B. Alle spalle c’è una proprietà forte e il progetto di continuare a lavorare anche sui giovani non mi ha spaventato. Non è stato per niente complicato scegliere di venire qui perché c’erano i presupposti per poter far bene. Chiaramente, vincere il campionato è un’altra cosa“.

Chi ha scritto il suo nome in maniera indelebile della Feralpisalò è Elia Legati, che dopo sei stagioni da calciatore ora è diventato il direttore tecnico del club. L'ex difensore e capitano è legato in maniera indissolubile con i gardesiani visto che la società dopo la scorsa stagione ha deciso di ritirare la sua maglia numero 13, scelta per Alessandro Nesta e per ricordare Davide Astori (suo compagno nelle giovanili rossonere): “È stata una bella emozione che mi hanno organizzato i ragazzi della comunicazione e tutto il gruppo. Un riconoscimento bello”.

Il neo dirigente si è espresso così sui punti di forza della Feralpisalò come squadra e come società: "Il punto di forza è che tutte le componenti che fanno parte della società, campo ed extra, hanno avuto una grande voglia di migliorarsi e provano a farlo giorno dopo giorno. Non ci si accontenta mai, voglia di fare sempre uno step in più. Penso che sia soprattuto questo. Ovviamente avere un presidente che ti fa lavorare con tranquillità ti evita pressioni ma allo stesso tempo Pasini è esigente e ci trasmette quella responsabilità per cui chi lavora in questa società deve mantenere uno standard alto".

La targa dedicata a Lino Turina presente allo stadio di Salò.
La targa dedicata a Lino Turina presente allo stadio di Salò.

La Feralpisalò ha iniziato il suo primo torneo di Serie B collezionando quattro sconfitte nelle prime quattro uscite. Il salto di categorie e gli avversari affrontati (Parma, Sudtirol, Ascoli, Palermo) non hanno aiutato ma mister Vecchi ha le idee chiare su come uscire da questa situazione: “Come siam saliti (in Serie B, ndr) tutti insieme, allo stesso modo dobbiamo venirne fuori. Mi aspetto di alzare il livello e la condizione dei ragazzi che sono arrivati gli ultimi giorni di mercato. Sono arrivati tanti giocatori, molti nell’ultimo periodo. Alcuni hanno vissuto stagioni travagliate, per cui hanno bisogno di più tempo per trovare la condizione. Siamo sicuri di aver preso ottimi ragazzi e ottimi professionisti, giocatori che hanno dimostrato di poter fare la differenza in categoria ma vengono da qualche annata complicata e hanno bisogno di crescere sia nella condizione fisica che da un punto di vista mentale. In questo momento il gruppo deve mantenere quella mentalità che ci ha sempre contraddistinto e trasmetterla a chi è arrivato da poco per infondere quell’appartenenza e lo spirito degli anni scorsi. Noi, rispetto ad altre realtà che sono state subito protagoniste anche in B, abbiamo una storia diversa ma questo non deve essere un alibi perché abbiamo una rosa che può dire la sua in questa categoria".

Delle stessa opinione è Legati, che si è soffermato anche su dinamiche di spogliatoio che possono essere controproducenti in questo momento: "L’entusiasmo che abbiamo per la promozione non dobbiamo perderlo ma è normale che subentri, soprattutto per chi questa categoria non l’ha mai fatta, un senso di inadeguatezza. Quelli che sono arrivati ci daranno qualcosa sicuramente ma bisogna essere sempre sul pezzo perché la Serie B è un campionato lungo e tutti avranno momenti difficili. Prima esci e meglio è, ma bisogna avere la costanza di non perdere fiducia nei propri compagni e guardare avanti. Questo è un ambiente che ti fa lavorare e dobbiamo avere fiducia nella nostra squadra".

La Feralpisalò sta vivendo il suo sogno e per la sua prima apparizione in Serie B non vuole tradire le idee che l'hanno portata fin qui. Idee, perseveranza e identità.

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