Felipe Melo senza freni: prima randella sul campo, poi fa il gesto di sparare ai tifosi
Tra qualche giorno Felipe Melo compirà 39 anni, ma chi pensa che la sua proverbiale irruenza e impulsività sia stata placata dalla saggezza dell'età non ha fatto i conti con l'uomo di Volta Redonda. Nell'ultimo match giocato dal centrocampista nel campionato Brasileirão – la trasferta del suo Fluminense in casa della Juventude – l'ex giocatore di Fiorentina, Juventus e Inter è stato grande protagonista, ma non con prodezze e virtuosismi tecnici.
Allo stadio Alfredo Jaconi di Caxias do Sul, su un terreno di gioco inzuppato d'acqua per la pioggia battente, Felipe Melo è entrato in campo dopo l'intervallo, indossando la fascia di capitano della squadra, e si è subito messo in luce per giocate che hanno riscaldato gli animi in campo. Al quarto d'ora del secondo tempo, ha colpito col braccio il volto di un avversario, che ha preso a sanguinare. Tra le proteste dei giocatori della Juventude e dei tifosi, l'arbitro ha ritenuto normale l'intervento, giudicando involontaria la sbracciata e non sanzionando dunque Melo, che è stato affrontato a muso duro dall'avversario colpito.
Ma il momento che ha generato più polemiche è stato quando poco dopo Felipe Melo ha commesso un fallaccio su un altro calciatore della Juventude a centrocampo: un'entrata da dietro a piedi uniti che ha provocato un capannello di giocatori ed è valsa a Melo l'ammonizione. A quel punto dagli spalti i tifosi di casa hanno cominciato ad urlare in coro "bandito, bandito, bandito" al capitano del Fluminense, che ha pensato bene di rispondere in maniera non esattamente distensiva, ovvero mimando il gesto di sparare con un'arma da fuoco verso le tribune, invitando poi ad alzare il volume dei cori contro di lui.
Il match si è poi concluso con la sconfitta del Flu, battuto per 1-0. Dopo 9 giornate il Tricolor naviga nelle parti basse della classifica con 11 punti, appena due sulla zona retrocessione. Per risalire servirà un contributo di altro tipo da parte del suo giocatore più esperto e leader emotivo della squadra.