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Fantacalcio: i promossi e bocciati della 8a giornata di serie A 2019-2020

Sette top e sette flop della 8a giornata di serie A 2019-2020. Un turno ricco di risultati a sorpresa, ma anche di conferme a livello individuale. Sotto accusa tante difese. A cominciare da quella del Genoa che ha mandato i titoli di coda sull’esperienza sotto la Lanterna del tecnico Andreazzoli. Male anche il Sassuolo, che pure con i suoi tre gol ha avuto il merito di mettere in evidenza qualche limite strutturale della retroguardia dell’Inter.
A cura di Mirko Cafaro
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Una giornata molto particolare, l'ottava di serie A, che ha vissuto quasi esclusivamente di eccessi. Tante goleade, parecchi errori marchiani, poche partite vissute sul filo dell'equilibrio e di performance elevate ambo le parti. Uno scenario in cui sono stati diversi i bomber capaci di esaltarsi. Doppiette di gruppo per gli interisti Lautaro Martinez e Lukaku, per il laziale Immobile e l'atalantino Muriel, scavalcati però dalla sorpresa Cornelius che di gol ne ha infilati tre al Genoa.

Sotto accusa tante difese. A cominciare da quella del Genoa che ha mandato i titoli di coda sull'esperienza sotto la Lanterna del tecnico Andreazzoli. Male anche il Sassuolo, che pure con i suoi tre gol ha avuto il merito di mettere in evidenza qualche limite strutturale della retroguardia dell'Inter. Da rivedere il Bologna, incappato in due errori marchiani, pure a margine di una prestazione di livello e che ha messo in difficoltà la Juventus. Andiamo, dunque, ad eleggere i promossi e bocciati di questa settimana.

Promossi

  1. Pjanic (Juventus): è il faro del gioco di Sarri, ma nelle ultime settimane ha aggiunto ai fondamentali compiti di costruzione e regia, quelli di finalizzazione. Con il gol decisivo al Bologna, ha già raggiunto quota tre, uno in più del fatturato dell'intera scorsa stagione. Il bosniaco è l'unico davvero irrinunciabile di questa Juventus e gradualmente sta raggiungendo anche quella quota di 150 palloni toccati che per Sarri corrisponde all'eccellenza in regia.
  2. Lautaro Martinez (Inter): in estate i tormentoni dell'attacco interista rispondevano ai nomi di Icardi prima (in uscita), Lukaku poi (in entrata), quindi è scoccata anche l'ora di Sanchez, arrivato in chiusura di mercato. Un andamento che sembrava porre ai margini l'argentino che invece ha saputo aspettare il momento giusto per lasciare il segno e prendersi l'attacco nerazzurro. Rotto subito il ghiaccio contro il Cagliari alla seconda, ha inserito le marce alte prima della sosta di ottobre: gol al Barcellona in Champions, bis contro la Juventus, quindi la doppietta al Sassuolo. In tutto quattro gol e due assist per una crescita che appare esponenziale.
  3. Kulusevski e Cornelius (Parma): nelle intenzioni di inizio stagione sarebbero dovuti essere le armi di scorta dell'attacco emiliano, con Inglese, Gervinho e Karamoh in prima fila. E invece le prime otto giornate hanno raccontato tutt'altro. Lo svedese di proprietà dell'Atalanta ha già realizzato due gol e distribuito cinque assist in 8 partite (di cui uno e due solo nell'ultima sfida con il Genoa); il danese, invece, ha piazzato quattro gol (tripletta contro il Genoa), uno più di quelli messi a segno da Gervinho-Inglese, giocando circa 300′. Insomma gerarchie consolidate a serio rischio in Emilia.
  4. Milik (Napoli): dopo l'inizio choc con appena 89′ giocati in sette gare e 0 gol, il polacco, rinfrancato dalla rete ritrovata in nazionale, è riuscito a ripetersi con la maglia dei partenopei. Riproposto da titolare a quasi un mese dall'ultima volta (contro il Lecce, il 22 settembre scorso), ha griffato una doppietta che è valsa il ritorno al successo contro il Verona. E adesso la concorrenza di Llorente sembra tornare su livelli più equilibrati.
  5. Immobile (Lazio): dopo l'ultima stagione in chiaroscuro, condita anche da una buona dose di sfortuna (leader nella classifica dei legni colpiti), l'attaccante della Nazionale è tornato quel bomber implacabile che i tifosi laziali si godono da quattro stagioni. Già 9 gol e 3 assist per lui in otto partite e soprattutto una prestazione da trascinatore puro che ha permesso di riequilibrare le sorti della gara con l'Atalanta. Si è conquistato e ha realizzato i due rigori che hanno garantito il 3-3 facendo ammattire la retroguardia di Gasperini.
  6. Muriel (Atalanta): gli inizi a tutta birra fanno parte del repertorio del colombiano. Così ha fatto lo scorso anno dal suo arrivo a gennaio alla Fiorentina, così sta facendo in questa stagione alla corte dell'Atalanta. Subito la doppietta all'esordio con la Spal in 35′, poi dopo la mezz'ora senza frutti contro il Torino, è arrivata quella condita da gol al Genoa. Infine, dopo due gare saltate per tonsillite (Roma e Sassuolo) e due senza gol, tra Fiorentina e Lecce, ecco l'altra doppietta alla Lazio nell'ultimo turno. In soldoni 5 centri in 247′, alla super-media di uno ogni 49′. A Gasperini il compito di fargli trovare anche continuità nell'arco di un'intera stagione, a maggior ragione in concomitanza con il lungo infortunio di Zapata.
  7. Bertolacci (Sampdoria): la novità del primo centrocampo doriano targato Ranieri. L'ex Genoa e Milan, arrivato dal mercato degli svincolati, si è subito preso la scena mettendo ordine e contribuendo all'esordio positivo del neo-tecnico. Alla fine si è dovuto arrendere a un problemino muscolare, quasi inevitabile dopo la lunga inattività a cui era stato costretto lo scorso anno.

Bocciati

  1. Zapata (Genoa): in un Genoa privo di Romero e Criscito, lui era l'unico titolare del reparto arretrato. Sulla carta la guida per i meno esperti Goldaniga e El Yamiq, ma nella realtà si è rivelato l'anello debole perdendo tutti i confronti contro Cornelius, apparso per l'occasione imprendibile.
  2. Kluivert (Roma): in una Roma priva di buona parte degli elementi di valore dalla trequarti in su, l'olandese sfrutta come peggio non potrebbe l'occasione di ritagliarsi uno spazio importante nei piani di Fonseca. Mai uno spunto offensivo e un atteggiamento spesso svagato e grossolano in ripiegamento che lo porta all'espulsione per somma di ammonizioni.
  3. Izzo (Torino): per una volta l'esperto difensore granata, reduce dall'impegno molto positivo con la Nazionale, non riesce a mantenersi sui livelli di rendimento che gli sono abituali. Si fa beffare da Okaka che insacca, a due passi dalla porta, il gol che vale tre punti per l'Udinese.
  4. Palomino (Atalanta): si fa beffare due volte da Immobile, non lo prende mai e consente alla Lazio di riportarsi in partita proprio quando ormai la vittoria per l'Atalanta sembrava scritta. Svagato e probabilmente destinato a cedere il passo a uno tra Kjaer e Djimsiti già dal prossimo turno.
  5. Marusic (Lazio): rispetto alle precedenti uscite, non riesce a sfruttare al meglio l'occasione concessa da Inzaghi che lo aveva preferito nuovamente a Lazzari. Destinato a un turno di riposo.
  6. Soriano (Bologna): l'errore che porta al gol di Pjanic non è degno del livello che ha fatto vedere a più riprese con la maglia del Bologna. Appare in una fase di appannamento ormai da qualche match; non è da escludere un turno di riposo già dalla prossima giornata.
  7. Paquetà (Milan): a differenza di Calhanoglu, che si esibisce subito in gol e assist contro il Lecce, non sfrutta al meglio l'occasione da titolare concessa da Pioli. Il brasiliano si vede a sprazzi, ma ancora non convince.
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