Fango su Messi nella chat Whatsapp del Barcellona: incastrato da “un messaggio in piena pandemia”
Le conversazioni su WhatsApp tra l'ex presidente del Barcellona, Josep Maria Bartomeu, e l'ex capo dei servizi legali dei catalani, Román Gómez Ponti, svelano la grande insofferenza di una parte del club nei confronti del campione argentino. E non solo, perché nella lista degli invisi ci sono anche altri membri ‘pesanti' all'interno dello spogliatoio come Gerard Piqué e Sergio Busquets, sia pure per ragioni differenti.
Ne esce una rappresentazione molto discutibile, il ritratto di un calciatore che non si accontenta di guadagnare tanti soldi ma vuole dettare legge all'interno del club mettendo bocca sulla campagna acquisti, i possibili rinnovi e quegli accordi di sponsorizzazione che gli devono fruttare introiti, viene definito perfino un ingrato (per come i catalani s'erano presi cura di lui aiutandolo a superare la malattia ormonale quand'era ragazzino). Gli accenti usati nei suoi confronti sono sprezzanti.
Fastidio al limite della sopportazione e dell'insofferenza nei confronti del "nano ormonale" che deve la vita al Barça: è il sentimento negativo che accomuna diversi esponenti della dirigenza e deflagra quando il quotidiano El Mundo pubblica i documenti segreti sul trattamento economico indicato dal contratto. È un brutto colpo per l'immagine del club, diventa difficile da giustificare un'intesa del genere considerando le difficoltà finanziarie. Il sospetto è che a diffondere quelle carte sia Joan Laporta (attuale massimo dirigente), che tutto rientri in una strategia di potere all'interno del Barça.
E quando il ciclone Covid prosciuga i conti della società (già provati da un debito disastroso) Messi chiede un trattamento di favore per sé e gli "amici". Anzi, un amico in particolare: Suarez (all'epoca in blaugrana). "Abbassate gli stipendi degli altri ma non toccate il mio e quello di Luis", avrebbe detto il dieci dell'Argentina, come rivelato nella chat pubblicata da El Periodico.
In alcuni di questi messaggi, compresi in un lasso temporale che va dal 2020 al 2021 – oltre a Bartomeu figurano anche: Òscar Grau, ex amministratore delegato del club; i dirigenti Jordi Moix, Oriol Tomàs e David Bellver; il direttore finanziario Pancho Schroder; Javier Sobrino, direttore della Strategia e dell'Innovazione.
"Barto non puoi essere così buono con quel topo di fogna – scrive Gómez Ponti -. La società gli ha dato tutto e lui invece ha imposto ingaggi, trasferimenti, rinnovi, sponsor solo per lui. Non potremo mai farlo alle cifre del suo contratto, e dobbiamo aggiungere il rinnovo di Pinto, il rinnovo di Suárez, e quello di Jordi Alba. E c'è anche la commissione per il rinnovo di Fati".
Lo sfogo alza il velo anche su un altro dettaglio del rapporto tra Messi e la società. "Poi dobbiamo pensare al danno che l'immagine del club ha subito a causa di questo nano! In pandemia abbiamo ricevuto quel mitico messaggio: Abbassa lo stipendio agli altri, ma non toccare me e Luis…. Speriamo che marcisca nell'indifferenza della gente, che è la cosa peggiore che gli possa capitare".
Bartomeu accoglie quelle obiezioni: "Sì. Sono d'accordo su molte cose. Questo tipo di articolo danneggia l'immagine del club". E quando parla del contratto lo reputa "totalmente accettabile" ma la pandemia ha cambiato tutto: "Era un'offerta corretta considerando tutto ciò che generava per noi".
Una squadra di milionari viziati. I dialoghi portati alla luce ribadiscono come il clima sia incandescente. Piqué è uno di quelli nell'occhio del ciclone per questioni contrattuali. È sempre Gómez Ponti, alla luce anche della sconfitta mortificante in Champions con il Bayern Monaco (8-2), a sottolineare come sia giunto il momento di fare un repulisti all'interno del Barcellona.
"Sotto la tua guida il club deve affrontare la drastica riduzione del monte ingaggi della prima squadra di calcio , e ancor di più dopo l'atteggiamento impresentabile, spregevole e disgustoso di uno staff di viziati e milionari insensibili che si sono rifiutati di concordare le misure minime per garantire la nostra sostenibilità economica".
La rabbia è tale che nella mail vengono invocati provvedimenti durissimi: "Bisognerebbe licenziare quei calciatori che non hanno mercato. Mandarli via con un risarcimento minimo e dimenticare che sono stati parte del club".