Fagioli cambia vita, si affida al Dottor Jarre e ha il conto monitorato: tornerà tra un anno
Il dato è tratto: i legali di Nicolò Fagioli hanno raggiunto l'accordo con la Procura federale per patteggiare la squalifica – che era inevitabile – per aver piazzato scommesse (non importa se su siti legali o meno) sul suo sport, ovvero il calcio. Il 22enne centrocampista della Juventus, che parallelamente è indagato dalla giustizia ordinaria a Torino per il reato di "esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa" e lì molto probabilmente se la caverà con una sanzione economica, aveva da temere soprattutto per la sua carriera di calciatore, visto che l'articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva indica nella squalifica "non inferiore a tre anni" la pena per chi piazza giocate sul calcio.
Un pericolo scampato da Fagioli, che – ben consigliato da chi gli è vicino – prima si è autodenunciato al procuratore Chiné dopo aver appreso di essere sotto indagine a Torino (a maggio il blitz della polizia a casa sua dopo un suo incontro sospetto), poi ha raccontato tutta la verità accettando di mettere a nudo la sua ludopatia (che sarà una delle attenuanti che lo aiuterà ad avere lo sconto sullo stop). Ha fatto solo il nome di Tonali, spiegando che era stato l'allora milanista a dargli l'app per giocare, e ha soprattutto ammesso di aver scommesso sul calcio – accettando dunque la squalifica certa – ma non sulle partite della Juventus, il che è avvalorato dal contenuto delle chat del suo telefono, sequestrato e analizzato a fondo dagli inquirenti.
Su Fagioli non pende dunque la scure dell'illecito sportivo, ma solo quella dell'art.24 ("divieto di scommesse"), e in settimana il calciatore chiuderà la partita con la Procura FIGC, avvalendosi dell'art.126 CGS che disciplina la "applicazione di sanzioni su richiesta prima del deferimento". Alla fine l'accordo tra chi rappresenta lo juventino e il procuratore Chiné dovrebbe chiudersi sui 7 mesi di squalifica, con qualche altro mese di "pene accessorie", in cui Nicolò farà la sua parte per dare un messaggio forte sul tema ludopatia: andrà dunque nelle scuole per educare sui rischi del gioco d'azzardo.
È questa una parte del percorso umano che Fagioli ha scelto di seguire, una strada difficile ma necessaria per salvare la propria vita prima ancora che la sua carriera: il ragazzo è seguito già da due mesi dal Dottor Paolo Jarre, già direttore del Dipartimento di patologia delle dipendenze dell’Asl Torino 3. Si tratta di uno dei massimi esperti italiani sulle tematiche legate all'azzardo patologico. Lo psichiatra ha anche partecipato – spiega la Gazzetta dello Sport – ai colloqui finali tenuti dal pool che assiste Fagioli. Il quale dal canto suo ha anche accettato di avere il proprio conto in banca controllato tramite un tutor. Bisogna cambiare vita, adesso e per sempre: Nicolò lo sa. E la Juventus lo aspetta: il ragazzo tornerà a giocare nella prossima stagione.