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Fabregas racconta la ‘fissazione’ di Sarri sull’orario degli allenamenti

Cesc Fabregas è tornato a parlare dei sei mesi condivisi con Maurizio Sarri al Chelsea. Il centrocampista che non rientrando nei piani del mister, fu costretto ad andar via con la prospettiva di giocare di più ha rivelato alcuni retroscena relativi alle “fissazioni” del tecnico su scelte tattiche e orari degli allenamenti.
A cura di Marco Beltrami
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Cesc Fabregas racconta Maurizio Sarri. Il centrocampista spagnolo ha condiviso con il mister italiano, una breve parentesi al Chelsea nella stagione 2018/2019. Rapporti buoni fuori dal campo, ma non altrettanto sul terreno di gioco, con l'ex mister del Napoli che ha concesso al mediano poco spazio preferendogli il suo pupillo Jorginho. Una situazione che spinse Fabregas a lasciare lo Stamford Bridge a metà stagione, destinazione Monaco. A distanza di alcune annate il classe 1987 ha parlato della sua esperienza con Sarri rivelando alcuni retroscena curiosi, come quelli relativi alla "fissazione" di Sarri sugli orari degli allenamenti.

Ai microfoni di Tuttosport, Cesc Fabregas è tornato sui sei mesi condivisi con Sarri al Chelsea. Le cose non andarono benissimo, nonostante i buoni rapporti tra i due. Il motivo? La fede incrollabile del tecnico nelle sue idee, senza nessuna predisposizione ad "ammorbidimenti". Lo spagnolo campione del mondo e d'Europa ha infatti dichiarato: "Sarri voleva puntare su Jorginho, che aveva avuto al Napoli ed era arrivato al Chelsea per 60 milioni. A me non bastava giocare l’Europa League e Coppa di Lega, io sono sempre stato titolare. Volevo essere sempre protagonista in Premier. Così alla fine sono andato via. Sarri è un buon allenatore e una persona di cuore. Però ha convinzioni molto forti a livello tattico, è superstizioso ed è molto difficile fargli cambiare idea".

Non solo a livello tecnico-tattico, ma Maurizio Sarri a detta di Fabregas si è dimostrato inflessibile anche su altri aspetti. L'allenatore ex Napoli e Juve infatti aveva delle vere e proprie fissazioni, quasi scaramantiche, legate anche agli orari degli allenamenti. Una situazione che creava non pochi problemi al centrocampista, creando dei limiti importanti nella sua vita privata: "Sarri ci fissava gli allenamenti sempre alle 3 del pomeriggio. Chi aveva famiglia come me, in quel modo non vedeva i figli tutto il giorno. La mattina andavano a scuola e quando rientravo la sera dopo l’allenamento, loro erano già a letto. Così un giorno abbiamo chiesto a Sarri di spostare le sedute al mattino. Ma ci disse che dovevamo allenarci alle 15 perché una studiosa di Pisa aveva provato scientificamente che quello è l’orario migliore per il corpo. Mah, sarà… Io so solo che per qualsiasi giocatore è molto importante anche il tempo in famiglia".

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