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Fabregas al debutto col Como, sorprende tutti con una lezione di vita: sono le parole di Mourinho

Dopo l’improvviso e inaspettato esonero di Moreno Longo, il Como ha scelto Cesc Fabregas per il ruolo di allenatore. Che debutterà sabato in Serie B: “Voglio una squadra protagonista col pallone, propositiva e vincente. Per puntare alla A”. In attesa che accada quel che Mourinho gli ha confidato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Cesc Fabregas farà il suo esordio ufficiale sabato 25 novembre, in occasione del match contro il FeralpiSalò sulla panchina del Como, dopo aver preso il posto dell'esonerato Moreno Longo, sollevato dal proprio incarico a sorpresa settimana scorsa con la squadra sesta in classifica. Una scelta precisa della società che l'ex stella spagnola ha accolto accettando la "promozione" ad interim dalla Primavera, spiegando il proprio modo di vedere il calcio nella sua prima conferenza stampa, in cui non ha mancato di citare uno dei "guru" degli allenatori (e suo ex tecnico), Josè Mourinho.

La scelta di sollevare Longo dall'incarico di allenatore del Como ha scosso l'ambiente lariano dato che sotto la sua guida la squadra aveva vinto sei partite su 12, guadagnando 21 punt con il club al sesto posto in classifica, a soli sei punti sotto il secondo posto. Senza dimenticare che proprio Longo era stato l'autore della straordinaria cavalcata della società lombarda riportandola ai fasti della Serie B e col sogno nel cassetto di ritornare in Serie A.

Scelta che ha lasciato perplessi e che ha aperto anche diverse illazioni attorno a Cesc Fabregas, innamoratosi un paio di stagioni fa di società e città a tal punto da stabilirsi un riva al Lago e, dopo una piccolissima parentesi da giocatore, cimentarsi nel ruolo di allenatore. Della Primavera, fino ad una manciata di giorni fa quando la proprietà indonesiana lo ha indicato come successore "naturale" di Longo, bruciando le tappe in modo impressionante e, per alcuni, sospetto: sarebbe un "protetto" della ricca proprietà asiatica nonché un azionista "fantasma" del club.

Una nomea che Fabregas rischia di portarsi dietro da subito anche se ha l'occasione perfetta di smentire le malelingue e dimostrare di valere il ruolo datogli. Nella prima conferenza ufficiale ha così voluto mostrare a tutti lo spirito di continuità con cui affronterà la sua avventura e la propria idea di calcio: "Prima di tutto voglio ringraziare Longo per quello che ha fatto qui, soprattutto la scorsa stagione quando eravamo in difficoltà, ma io e Longo abbiamo idee diverse e qualcosa cambierà. Non di certo subito, non è bene per i giocatori, ma col tempo sì. Ma se oggi il Como è una squadra forte è merito suo".

Un tributo che poi lascia spazio alla sua filosofia di calcio, la stessa che ha saputo coltivare in una carriera entusiasmante vestendo i colori di prestigiosi club e con la propria Nazionale: "I tifosi vogliono vederci vincere e io voglio vedere una squadra che sia protagonista con la palla, fare il proprio gioco, farlo bene con una mentalità che attacca e vince. Insomma, vogliamo la Serie A". Un obiettivo chiaro e dichiarato che sposa il progetto societario: "Sono qui per loro, hanno in mente un progetto e io voglio portarlo avanti. Resterò io l'allenatore? Non lo so, non credo" sottolinea Fabregas. "Me lo hanno detto solo all'ultimo, ho un mandato di 30 giorni".

Poi, di fronte all'insistenza dei giornalisti presenti che lo hanno punzecchiato sulla coglia però di dimostrare di valere quel posto, Fabregas non si è tirato indietro prendendo spunto da una lezione di vita che ha imparato da uno dei tecnici più vincenti e autorevoli sul fronte internazionale: "Quando scegli questa professione può capitare tutto. Oggi a Longo, domani a me. Paura di essere esonerato? Un giorno potrà capitare anche a me, è normale in questo lavoro. Mi ripeto spesso quello che mi ha detto Mourinho: "Non sei un vero allenatore finché non vieni esonerato".

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