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Fabian Ruiz dalla Spagna al Napoli: decisivo da mezzala, bocciato da trequartista

Da mezzala in nazionale contro la Romania, Fabian Ruiz ha toccato 114 palloni e completato quattro passaggi chiave. In quel ruolo, è sempre più determinante nello sviluppo del gioco della Spagna. Nel Napoli, invece, ha faticato a trovare la posizione da trequartista nel 4-2-3-1. Ancelotti potrebbe tornare al 4-4-2 dell’anno scorso.
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Fabian Ruiz jolly di Spagna. Ha spostato gli equilibri e cucito il gioco nel 2-1 della nazionale in Romania. Ha toccato 114 volte la palla, completato il 94% dei 92 passaggi tentati, distribuito quattro passaggi chiave e creato una grande occasione da gol. Ha distribuito 23 palloni a Jesus Navas, il compagno a cui ha offerto più passaggi, e ne ha ricevuti 22 da Busquets, più che da chiunque altro. “Abbiamo seguito Fabian con l’Under21, con il Betis e, ora, con il Napoli”, diceva prima del match Robert Moreno, ex braccio destro di Luis Enrique. “È evidente che abbia fatto un salto di qualità. Giocare in Italia non è facile. Giocare in una squadra come il Napoli, che lotta per lo scudetto con la Juventus, non è da tutti. Dobbiamo essere orgogliosi quando un ragazzo va all’estero e diventa una pedina così importante in una grande squadra”. A Napoli, però, Ancelotti ha tentato di schierarlo in un ruolo diverso, come trequartista. Lo squilibrio che si è visto nel primo tempo in casa della Juventus dovrebbe portare a una sostanziale bocciatura del progetto.

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Mezzala a tutto campo in nazionale

Sono proprio i passaggi ricevuti da Busquets a illuminare un aspetto chiave della sua prestazione in Romania. Ruiz persegue un'occupazione consapevole del campo in ampiezza, la ricerca di una sostanziale onnipresenza da destra a sinistra. Riceve palla da una fascia all'altra, e insieme contribuisce con sette duelli vinti e due palloni recuperati alla fase difensiva.

Tocchi e movimenti di Fabian Ruiz contro la Romania
Tocchi e movimenti di Fabian Ruiz contro la Romania

Secondo Marca, Busquets rimane la prima scelta come centrocampista difensivo, ma il ct Moreno dovrà individuare gli interpreti di contorno per definire la squadra base da qui a Euro 2020. Ruiz si sta rendendo sempre più indispensabile, è al momento nel primo gruppo tra i centrocampisti offensivi, le mezzali creative, con Dani Parejo, Isco e Dani Ceballos, autore dell'assist per il secondo gol, che per il quotidiano spagnolo ha mostrato in nazionale quel che manca al Real Madrid, ovvero un elevato dinamismo vicino l'area di rigore.

Ruiz, la forza della creatività

Nelle ultime partite con la nazionale, ha soprattutto occupato gli spazi di mezzo, ha accompagnato l'azione offensiva offrendo con e senza palla una linea di passaggio in più. Ha dato profondità e verticalità al gioco della Spagna. Nella precedente sfida di qualificazione agli Europei del 2020 contro la Svezia, ha agito in alcune situazioni da ala destra classica, così da far spostare i difensori nella zona della palla e procedere al cambio di gioco.

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Anche se la zona in cui si concentra di più rimane il corridoio di centro-sinistra. Qui costruisce la superiorità numerica della Spagna attraverso il dialogo continuo con l'esterno alto che si abbassa per chiudere il triangolo. Un'azione simile, nata proprio dal rapido dai e vai con Isco, ha portato Ruiz a saltare la linea di pressing e ha aperto lo spazio per il suo allungo palla al piede da cui si è generata un'occasione da gol.

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Partendo da una posizione più canonica di mezzala, contro una Svezia ormai senza più alcuna compattezza tra i reparti e con una spaccatura evidente tra difesa e centrocampo, accelera palla al piede e serve l'assist per il comodo 3-0 a Oyarzabal, bravo a seguire subito il break del compagno sulla fascia destra.

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C'è un altro aspetto, evidente nella sfida contro gli svedesi, che lo rende particolarmente imprevedibile nella posizione di mezzala di possesso con licenza di inserirsi senza palla: Ruiz, infatti, conclude con entrambi i piedi. In questa situazione, al 13′, Ruiz finta di tirare di potenza di sinistro, inganna il difensore che salta per intercettare, rientra e va a giro col destro.

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In quest'altra situazione, da una posizione praticamente identica, un metro appena più indietro, calcia di potenza di sinistro a incrociare. Esattamente quello che il difensore aveva immaginato, sbagliando, 23 minuti prima.

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Ruiz trequartista nel Napoli: progetto fallito

Nelle prime due giornate, nel Napoli Ancelotti ha provato a dare a Ruiz una nuova posizione. Passato nella scorsa stagione da playmaker (vice-Hamsik) a mezzala d'attacco che occupa la fascia sinistra e taglia dentro nel 4-4-2 asimmetrico che ha segnato la seconda parte di campionato, quest'anno ha giocato da atipico trequartista. Quello che emerge dalle heatmap, la mappa delle posizioni occupate, contro Juventus e Fiorentina, è una difficoltà nel rendere produttiva la libertà di movimento. Non trova il suo posto in campo, galleggia tra le linee ma di fatto senza incidere, senza una vera dimensione. E questo rende più difficile ai due mediani schierati nel 4-2-3-1 di partenza il compito di coprire il campo e proteggere la difesa.

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In posizione centrale, Ruiz fa più fatica a inserirsi in profondità, anche perché il gioco del Napoli passa soprattutto per gli esterni e per i terzini che offrono ulteriori opportunità in ampiezza. Il primo tempo di Torino ha confermato le difficoltà già emerse contro la Fiorentina. Nel secondo tempo, con il ritorno al ruolo di mezzala sinistra, Ruiz ha ripreso in mano il filo del gioco del Napoli, ha ridato respiro ed equilibrio fino ad accarezzare la rimonta, poi vanificata dall'autorete di Koulibaly. Contro la Sampdoria, avversaria che fu l'ultima a incontrare Hamsik con la maglia del Napoli, Ancelotti potrebbe tornare alle sicurezze della scorsa stagione. E darsi più tempo per procedere alla più ambiziosa rivoluzione per quest'anno, che presumibilmente avrà in Lozano l'uomo simbolo del nuovo corso.

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